Entrance: 30.00€
Young under 30: 15€ (discount rules)
APERTURA DELLA XXXI STAGIONE
2018 / 2019
Il cantautore e crooner romano 'a nudo' come solo al FolkClub... Sergio Caputo inizia la sua carriera musicale verso la fine degli anni ‘70 al mitico Folk Studio, lo storico locale di Roma in cui si è formata buona parte della musica d'Autore italiana. Lo stile di Sergio affonda le radici nel jazz e spazia nei ritmi latini, con l’uso insolito e innovativo del linguaggio letterario, che a sua volta attinge dal quotidiano e dalle nevrosi metropolitane. I suoi testi sono stati spesso proposti agli studenti di varie università italiane e straniere come esempio di poesia contemporanea. Nel 1983 esce il suo primo album, tutt'ora considerato un classico: Un sabato italiano; un meritatissimo successo, immediato e straordinario, dovuto sostanzialmente alla qualità delle canzoni, all’originalità del lessico usato nei testi -colorato e scoppiettante- supportato da uno swing assai accattivante. Degli anni ’80 Sergio dice: …che cosa rimane in me di quegli anni? Molto, e l'ho scoperto proprio reinterpretando Un sabato italiano: il sound era invecchiato ma le canzoni no, perché parlavano di sentimenti, dell'inquietudine del crescere quando non si è più adolescenti, di elementi senza tempo. Di quel periodo non posso che avere bei ricordi: sono stati quelli della mia indipendenza, dell'emancipazione, della vita romantica ispirata ai grandi scrittori della Beat generation. Gli anni ‘80 furono il superamento del buio del decennio precedente, pilotato da oscure forze i cui testimoni oggi non sono più in vita. Furono un salto in avanti, cosa che gli anni che stiamo vivendo -ahimé- non riescono a fare.
A Un sabato italiano seguono altri undici album in cui Sergio non smette mai di sperimentare nuove chiavi espressive, affermandosi e maturando come autore e performer, conquistando, generazione dopo generazione, un pubblico dai gusti musicali e poetici raffinati. Nel 1999 si trasferisce in California, dove si concentra soprattutto sul suonare dal vivo il genere musicale di cui è sempre stato innamorato: il jazz; vive e lavora a contatto con le sue radici musicali e riceve svariati premi radiofonici. Nel 2004 Sergio presenta That Kind Of Thing, album strumentale nel quale esordisce come chitarrista Smooth Jazz. Nello stesso anno torna in Italia per un tour di grande successo (molti ricorderanno il suo concerto a Maison Musique il 19 febbraio 2005). Nel 2006 Sergio presenta la sua prima raccolta unplugged dal titolo A Tu x TU. Nel 2008 esce il suo primo romanzo, edito da Mondadori: Disperatamente (e in ritardo cane). Nel 2009 realizza il live La notte e' un pazzo con le mèches, che documenta l'esperienza del Sergio Caputo Quintet. Di recente (2011) Sergio è rientrato in Europa (dopo una breve parentesi romana, ora vive in Francia), si è sposato con Cristina Zatti con la quale ha tre figli - Lucrezia, Victor e Ludwig. Ha celebrato il trentennale di Un sabato italiano con un nuovo album, Un sabato italiano 30, remake in versione jazz dello storico album, contenente anche due brani inediti. In concomitanza ha pubblicato il libro Un sabato italiano memories, un imperdibile Oscar Mondadori. Nel marzo 2015 esce il nuovo album di inediti Pop, Jazz and Love, interamente in inglese tranne per il singolo A bazzicare il lungomare. E’ il primo album di inediti pubblicato da Sergio in vent’anni, e il suo mix di pop, jazz e poesia torna a riaffermare lo stile che da sempre contraddistingue l’autore. Recentemente Sergio ha iniziato un sodalizio artistico con Francesco Baccini, che ha dato origine a molti concerti ed è sfociato in un album dal titolo Chewing gum Blues (ottobre 2017). Nel maggio del 2018, trentacinquesimo anniversario di Un sabato Italiano, Sergio produce e pubblica Oggetti Smarriti, un album unplugged che raccoglie in versione acustica canzoni meno conosciute - in quanto non-singoli degli album su cui uscirono. L’album contiene anche tre inediti, fra cui il singolo Scrivimi Scrivimi. Oggetti smarriti è un viaggio lento, rilassato e molto godibile all’interno della poetica di Caputo. Un disco scarno, diretto e senza finzioni, lontano dalle isterie metropolitane, che evidenzia e sottolinea le grandi capacità autoriali di Sergio. Di Oggetti Smarriti Sergio dice: …la maggior parte degli artisti non è mai soddisfatta della prima uscita, con gli anni è sempre tutto un rifare pezzi, e così è stato anche per me. Ma c'è anche un'altra ragione: il pubblico è diventato più lento ad assimilare le novità, così ho raccolto quei pezzi che meritavano un'altra chance. Ho voluto evitare di scimmiottare la prima versione e ho dato loro una nuova veste, quella del falò sulla spiaggia o di una serata con ‘pochi amici con cui tirare a far mattina’ [come canta in Meglio così. NdR], con una chitarra in mano e strumenti recuperati nei mercati delle pulci. Il sound è quello delle serate all'aperto sulle scale di Santa Maria in Trastevere, canzoni che il grosso pubblico non ha colto e che ora sono come nuove. Le ho scelte in base alla possibilità di aderire allo spirito dell'album, quindi accompagnate con una chitarra acustica, e sono tra i brani che ho sempre riproposto nei live quando faccio una pausa unplugged… E a proposito degli inediti dell’album, dichiara: …io sono nato con una vena country folk, poi ho conosciuto i musicisti jazz con cui ho lavorato in seguito, cambiando completamente genere. Il brano Io, l'ombra e la luna riprende le mie radici. Poi c'è Via Borsieri Blues, un pezzo che erano anni che mi chiedeva di essere scritto: a Milano è la via dove si trova il Blue Note, un locale a cui sono molto affezionato, ma il riferimento è a via Borsieri a Roma, dove c'era una trattoria. (La Repubblica).
Partecipa tre volte al Festival di Sanremo (di cui ora dice: ...ci Tornerei? No, no. Solo se mi pagano. Ma poi, Sanremo che cos’è? Non è musica italiana. Eppure, della musica, avrebbe dovuto rappresentare il meglio. Ci sono sconosciuti usciti dai talent che vanno con canzoni di una miriade di autori…), e negli ultimi anni torna con decisione a sonorità jazzistiche e latine. E’ stato uno dei primi artisti italiani a fare uso del video nonché un pioniere della musica online - da Mp3.com, a Vitaminic fino ad iTunes, di cui è stato fra i primi ad usufruire. Fin dagli anni ’90 è un artista “indipendente”, ovvero non legato ad una major discografica, e da indipendente ha trascorso la maggior parte della sua carriera. Fra le sue collaborazioni eccellenti si annoverano nomi come Dizzy Gillespie, Lester Bowie, Tony Scott, Mel Collins (King Crimson), Tony Bowers (Simply Red), Enrico Rava, Roberto Gatto e molti altri. Sergio, oltre a quello per la musica ha anche altri talenti: la pittura, la scultura (fin da bambino) e la cucina - iniziata per gioco, e diventata ora una vera passione.
Sergio Caputo si esibisce attualmente in varie formazioni, che vanno dal solo-unplugged alla big band, ma una delle sue formazioni preferite è il trio, ovvero lui stesso alla chitarra acustica, Fabiola Torresi al basso e Alessandro Marzi alla batteria. Una formazione essenziale, minimalista… ideale per il FolkClub e perfetta per mettere ‘a nudo’ i suoi straordinari successi e regalarci qualche ‘chicca’ nell'atmosfera unica di grande intimità e complicità che solo il FolkClub sa regalare.
Iniziamo alla grande!!