Ingresso: 15,00€
Rassegna EstOvest
La tradizione ancestrale fulana
Il sodalizio Folkclub-Xenia Ensemble, come è ormai tradizione, prosegue anche in questa stagione, particolarmente significativa per la rassegna EstOvest che raggiunge il traguardo dei dieci anni. Per il sesto anno consecutivo FolkClub ospita un appuntamento della rassegna. Si incominciò nel 2006 con l'armeno Dabaghyan Trio, cui seguirono gli iraniani Peyman & Mohssen Kasirossafar, le sonorità tradizionali giapponesi del sho di Tamami Tono, il palestinese virtuoso di oud e buzuq Khaled Jubran, e, dalla mongolia lo straordinario maestro Tserendava in accoppiata con l'innovativo trio vocale britannico Harmonic Voicing. Quest'anno è la volta dell'Africa, con Juldeh Camara, originario del Gambia. Ci troviamo in particolare sintonia con la rassegna EstOvest – Un viaggio nella musica di oggi perché nasce con l'intento di esplorare il nuovo, inteso sia come scoperta della musica di una specifica area geografica, sia come rappresentazione innovativa di opere conosciute. Argomenti e approcci da sempre seguiti con grande attenzione dal FolkClub.
L’ospite d’onore, Juldeh Camara, virtuoso del ritti (tradizionale violino a una sola corda) è considerato tra i migliori musicisti fula (popolazione nomade pastorale dell’Africa Occidentale). Nato nel 1966 a Basse, Juldeh Camara è un griot del Gambia. Suo padre ha ricevuto il dono della musica dagli spiriti della foresta, che hanno voluto in cambio la sua vista. Camara è stato riconosciuto come il più importante suonatore di rittial mondo e si è esibito con altri importanti artisti come Ifang Bondi, The Blind Boys of Alabama, Batanai Marimba, Knut Reiersrud, il suonatore di kora Seckou Keita e l’African Classical Ensemble di Tunde Jegede. Recentemente ha iniziato una collaborazione di successo con Justin Adams, con il quale ha pubblicato tre CD. Juldeh ha l’energia e la spontaneità di un grande bluesman. Mentre il suo strumento ricorda suonatori di Delta blues, come Big Joe Williams e star della world music comeAli Farka Touré, c’è una cadenza nel suo modo di suonare che allude agli antichi legami tra il Nord Africa e il mondo celtico. Juldeh descrive figure magiche con il suo rittied è in grado di trasformarlo in una chitarra blues, subito dopo in un violino celtico e poi ancora in un flauto di un pastore del Sahara. Ed è difficile credere che tutti questi suoni possano provenire da una sola corda! Nella seconda parte del concerto a Juldeh si unirà il quartetto d’archi Xenia Ensemble, per accompagnarlo tra i suoni ancestrali della sua Africa.