Ingresso: 20,00€
Minori di 30 anni: 10€ (regolamento sconti)
Gruppo-monumento: alfieri storici della world music
È sempre un piacere riaccogliere al FolkClub questo monumento della musica popolare europea: Bratsch negli ultimi trent’anni è stato punto di riferimento costante per la musica che, partendo da radici popolari, le mischia, le interseca e le innaffia di un fertilizzante nuovo e creativo, per raggiungere sonorità che sono al tempo stesso nuove e ancestrali. Rigorosi precursori di tutte le tendenze “modaiole” che si sono succedute negli anni in ambito world music: il klezmer, i balcani, la Grecia, il manouche, il gitano. Riornano al FolkClub per la quinta volta dal loro esordio in Via Perrone che data esattamente 10 anni fa. L’ultima, nel 2009, presentarono in assoluta anteprima un progetto nuovo, intitolato Urban Bratsch, dedicato alle città che hanno ispirato il gruppo lungo tutta la sua storia: Odessa, Salonicco, Parigi, Budapest, Berlino, Lisbona, Barcellona e altre ancora. Era un programma inedito (anche se qui e là compariva qualche recupero dei cavalli di battaglia che infiammano il loro pubblico) nel quale nuovi profumi e nuovi ambienti, estranei alla loro sfera tradizionale, facevano capolino per la prima volta, con una particolare attenzione alle voci, cui era affidato il compito di raccontare le città con le loro emozioni e i loro messaggi di speranza in un futuro migliore. Dal 2009 quel progetto si è evoluto, è cresciuto e nel 2011 si è trasformato in un CD, che oggi i Bratsch tornano a presentarci. Nel frattempo una piccola grande novità: il contrabbassista storico, Pierre Jacquet, dopo 35 anni di onorata carriera, ha deciso di fermarsi, un nuovo elemento è così entrato a far parte dei Bratsch: si tratta di Théo Girard, figlio del violinista Bruno, che ha preso il posto di Pierre al contrabbasso.
Il loro nome deriva dalla parola tedesca bratsch, il violino alto usato dai gitani per le danze perché con le sue tre corde produce solo accordi, quindi ritmo. Fare bratsch significa appunto fare ritmo. Poeti, funamboli, chansonnier senza patria, cittadini del mondo, suonano e cantano …la vie …la mort …tout ça… Artigiani e ricercatori di suoni, provocatori di emozioni, coreografi di suggestioni, personaggi da fumetto, gitani veri, musici di un tempo che fu. Un ensemble nel quale l’estetica, la sensibilità e le forme d’espressione di ciascuno, tutte elevatissime, si fondono nel collettivo. Al loro attivo in trent’anni di storia, una quindicina di album e centinaia di acclamati concerti in tutto il mondo.
Al FolkClub Dan Gharibian (chitarra, bouzouki e canto), Bruno Girard (violino e canto), François Castello (fisarmonica e canto), Nano Peylet (clarinetto e canto) e per la prima volta Théo Girard (contrabbasso).
Un concerto dei Bratsch è una poesia che ti scivola sulla pelle, penetra nell’anima e impregna di tenerezza il cuore.