Ingresso: 20,00€
Posti a sedere ancora disponibili: 46
Prezzo: 5,00€
Con ben 17 concerti al FolkClub al suo attivo, il nostro grande amico Beppe Gambetta -musicista e uomo eccezionale- è certamente uno degli artisti che più hanno calcato il nostro palco. Virtuoso dello stile acustico, universalmente riconosciuto come uno dei veri innovatori della sua generazione, consacrato ormai a livello internazionale, Gambetta è oggi considerato dagli stessi maestri americani un loro pari, degno continuatore di una tradizione musicale sempre viva e rinnovantesi. Di casa negli States (anche letteralmente: per buona parte dell’anno vive nel New Jersey), una fama consolidata grazie alle numerose tournée, alle partecipazioni ai più prestigiosi festival internazionali e all’attività didattica nell’ambito di seguitissimi workshop, nel corso della sua carriera Beppe ha avuto l’opportunità di suonare con i più grandi artisti della scena folk internazionale, tra cui Doc Watson, Norman Blake, David Grisman e Gene Parsons. Sono trascorsi quattro anni dalla sua ultima esibizione sul nostro palco e Beppe Gambetta ha continuato la sua attività instancabile di concertista, ricercatore, produttore e viaggiatore, nonostante l’emergenza sanitaria. Beppe è stato anche insignito dal Sindaco di Genova del titolo di Ambasciatore di Genova nel Mondo e ad agosto 2019 ha ricevuto il Premio Nazionale Franco Enriquez dedicato a chi promuove l’arte e la comunicazione di impegno sociale e civile, con questa toccante motivazione: Uno straordinario musicista che fa del suo strumento la voce narrante di un percorso di vita e di una filosofia che mette l’uomo al centro di tutto. Ogni sua performance sia in Italia che all’estero è ricca di pathos, vibrante introspezione e comunicazione emotiva. Quando si nomina Beppe Gambetta si parla di un divulgatore di sogni, di un chitarrista capace di trasmettere in modo unico ispirato ed irripetibile, la purezza e la magia del messaggio musicale.
Beppe, che ha sempre avuto con FolkClub un rapporto di affetto molto intenso, recupera il concerto previsto inizialmente ad aprile 2020, poi rimandato all’autunno 2020 sempre a causa della pandemia; torna per farci ascoltare la musica di un nuovo CD totalmente dedicato a composizioni di musica originale: il nuovo progetto racchiude melodie, ma anche -per la prima volta- canzoni originali. L’emergenza è lentamente calata su questo nuovo disco. Era partito in un momento spensierato con l’idea del rinnovamento, del fermarsi un attimo a raccontare sé stessi dopo una carriera di movimento infinito, del cimentarsi con qualcosa di nuovo e trovare nuovi stimoli. Lentamente il significato del lavoro si è trasformato, è diventato atto di resistenza e risposta dell’arte alle avversità. Una risposta importante quella di Beppe Gambetta, offerta attraverso lo strumento più naturale: la sua musica, anzi, La musica nostra, per citare uno dei brani chiave di questo nuovo album intitolato Where The Wind Blows/Dove Tia O Vento, il quattordicesimo del chitarrista genovese. Non è solo il doppio titolo -inglese e genovese- ad alludere al rinnovamento. È l'intera operazione, uscita in un momento collettivo di difficoltà, a fare emergere la profonda novità. Dieci canzoni in cui Beppe Gambetta si scopre e riscopre songwriter, cantante, chitarrista elettrico: Succede spesso che l’artista scopra le proprie risorse e la propria espressione artistica strada facendo. A volte si scopre una propria dote per caso, altre volte questo deriva dall’esigenza di produrre bellezza con i pochi mezzi del mondo indipendente. Il mio percorso è iniziato come chitarrista acustico innamorato della musica americana, con il tempo sono nati il viaggiatore, il ricercatore, il cantante, l’arrangiatore, il tecnico del suono, il produttore di spettacoli, l’insegnante e oggi il chitarrista elettrico e il cantautore. Where The Wind Blows esce a tre anni di distanza da Short Stories, ancora una volta con Borealis Records. La collaborazione con l'etichetta canadese non è che uno dei tasselli internazionali che compongono la storia di questo straordinario chitarrista genovese, la scelta della lingua genovese è proprio un omaggio alle sue radici e il punto di partenza per un percorso a ritroso, nella canzone Dove Tia O Vento ha funzionato perfettamente per esprimere la malinconia della città parlando delle emigrazioni, della vita dura dei marinai, dell’arrivo del fascismo, dei suoi ritorni, delle alluvioni, dei crolli e così via. Il tutto in contrasto con la sua straordinaria bellezza che ti chiamerà sempre e ti farà tornare. Un lavoro magistrale, riconosciuto con l’ingresso nella cinquina delle canzoni finaliste delle Targhe Tenco 2021.