Ingresso: 20,00€
Minori di 30 anni: 10€ (regolamento sconti)
Tra folk albanese e jazz, col marchio di qualità ECM
Il disco con cui Elina Duni ha esordito nel 2012 nella mitica ECM si chiama Matanë Malit (“oltre la montagna” in albanese), è un vero e proprio omaggio all'Albania e alla sua musica. Una voce matura, educata al jazz, che volge lo sguardo indietro, verso le sue radici popolari, rivisitando le folk-song balcaniche con particolare attenzione a ricrearne le atmosfere, la forma dei suoni, le strutture e le implicazioni dei testi. Elina aveva solo 10 anni quando lasciò l'Albania nel 1991 per trasferirsi in Svizzera con la sua famiglia, ed è ritornata alla tradizione popolare del suo paese dopo un percorso musicale che, partito dalla classica, ha toccato il blues, per approdare al jazz. Su sollecitazione del pianista Colin Vallon ha incominciato a cantare in albanese nel loro duo formato nel 2004, quando entrambi erano studenti alla scuola d'arte di Berna. Ricorda Elina mi sono innamorata di quelle vecchie canzoni e scoprii che non solo potevo cantarle e sentirle mie, ma che proprio con quelle canzoni la mia voce emergeva nel modo più naturale possibile, come se fossero dentro di me e aspettassero solo di essere scoperte. Da bambina, a Tirana, Elina non aveva avuto contatti con la musica popolare, appannaggio di una pesante retorica di stato e quindi naturalmente rifiutata dagli spiriti più liberi e ribelli come quelli degli ambienti intellettuali frequentati dalla sua famiglia. Lontana da quella cappa ideologica, mentre il duo diventava prima trio e poi quartetto, Elina Duni ha riscoperto la bellezza e l'intensità del repertorio folk albanese che si celava sotto la patina di retorica e autocelebrazione.
Matanë Malit include canzoni che narrano di amori, imprese eroiche, lavoratori, pastori, esìlii e ritorni. Le canzoni tradizionali sono riproposte dal quartetto di Elina con uno stile che integra gli elementi popolari a quelli jazz in modo fluido e naturale. L'approccio improvvisativo del jazz la fa da padrone: non sentiamo il bisogno di suonare la stessa canzone due volte nello stesso modo, ammicca Elina. Il piano di Colin Vallon raccorda magistralmente le melodie della voce della Duni, alla ritmica affiatata e comunicativa della batteria di Norbert Pfammatter e del contrabbasso di Patrice Moret. Non ho mai voluto essere una cantante con un trio di supporto, fin dall'inizio i musicisti hanno avuto lo spazio per improvvisare ed essere parte di una creatività di insieme. Siamo un quartetto precisa la Duni.
Dopo i primi due album Baresha (2008) e Lume Lume (2010), è arrivata la chiamata del mitico Manfred Eicher, che ha prodotto per ECM Matanë Malit, il disco che il quartetto presenterà al FolkClub.
...Elina Duni e il suo gruppo hanno proposto un notevole amalgama di tradizione est-europea e jazz moderno, una sensibilità di gruppo che va ben oltre la tipica formula “cantante e trio”; la sua voce è un vero e proprio strumento, con una musicalità rara. Questa è bella musica ben fatta, eccellente! (Grego Applegate Edwards, Cadence)
...una delle più belle scoperte della scena jazz europea... (Francisco Cruz, So Jazz)
…la voce scura della Duni, esotica, perfettamente controllata e incredibilmente erotica colpisce direttamente il cuore e le budella. Allo stesso tempo la cantante è così tranquilla e riservata sul palco che l'ascoltatore incontra la forza calma della sua musica completamente impreparato... (Sebastian Pantel ,Südkurier) <
Al FolkClub con Elina Duni (voce) Colin Vallon (pianoforte), Patrice Moret (contrabbasso) e Norbert Pfammatter (batteria).