Michele Gazich: voce, violino, viola, pianoforte
Giovanna Famulari: voce, violoncello, pianoforte
“Viviamo immersi in una realtà, in un presente così tremendo e incredibile (cioè difficile da credere), al punto che, almeno per me, è stato ed è più semplice credere ai miracoli.”
“In un (probabilmente vano) tentativo di porre in equilibrio un mondo in cui troppi tendono a darsi la maiuscola, le nuove canzoni e il titolo del nuovo album sono volutamente scritti solo con lettere minuscole.” (Michele Gazich)
L’album “solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea” è la celebrazione dell’amicizia umana e artistica tra Michele Gazich e Giovanna Famulari. Michele ha trovato in Giovanna il perfetto complemento per la sua ricerca tra musica e parole. I due musicisti vantano, nei loro curricula, collaborazioni molto significative: Gazich soprattutto con i songwriter statunitensi (da segnalare la nomination ai Grammy Awards 2019 per l’album “Rifles and Rosary Beads”, prodotto con Mary Gauthier), con ripetuti tour nordamericani ma anche fino all’India, al Giappone e al Nord Africa; Famulari, in Italia ed Europa, con tour oltreoceano, è stata al fianco di molti grandi: da Tosca a Ornella Vanoni. Entrambi collaborano stabilmente con Moni Ovadia. Dopo cinque anni di profique collaborazioni, i due artisti propongono un progetto realizzato in duo, senza l’apporto di altri musicisti sia in sala di registrazione che sul palco. Il concerto propone un florilegio delle più note composizioni di Gazich, tra cui “Storia dell’uomo che vendette la sua ombra” (nella cinquina per la Targa Tenco 2019), “La Maga e lo Straniero”, “L’Angelo Ucciso” (tra le più celebrate tra le tante canzoni dedicate a Pier Paolo Pasolini) e “Come Giona”, audace canzone rock che è anche signature song di Gazich, dedicata al profeta che non voleva fare il profeta, in cui un’ossessiva linea di note basse di violoncello si sovrappone al ritmo incalzante delle parole di una sequentia medievale dedicata a Giona. Ma cuore del concerto sono le canzoni del nuovissimo album in cui la tradizione musicale e poetica del classicismo viennese (Haydn, Mozart e Beethoven) e del primo romanticismo tedesco dialogano -in un accostamento inedito e innovativo- con la canzone d’autore italiana. In brani come “perché goethe è partito per l’oriente?”, “sanguedolce” e “solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea” la voce profonda di Gazich si alterna alla voce fresca di Giovanna, violino e viola dialogano con il violoncello, il pianoforte (suonato da entrambi gli artisti) è strumento portante.
Michele Gazich è musicista, poeta, produttore artistico, compositore, scrittore di canzoni. Opera professionalmente nel mondo della musica dall’inizio degli anni novanta: tour in Italia, Europa e USA, collaborazioni con cantautori italiani, europei e singer-songwriter statunitensi (Michelle Shocked, Mary Gauthier, Eric Andersen e Mark Olson); orchestre; spettacoli teatrali; performances di poeti; colonne sonore cinematografiche; università e conservatori italiani ed esteri. Ad oggi, Michele ha collaborato a più di cinquanta album e ne ha pubblicati dieci a suo nome. Una dimensione di nomadismo artistico e di ricerca costante, che è diventata esistenziale. I suoi ultimi album sono: “Una storia di mare e di sangue” (2014), presentato in occasione del Giorno della Memoria presso il Senato Spagnolo; “La via del Sale” (2016), finalista Targa Tenco; “Rifles & Rosary Beads”, con Mary Gauthier (2018), vincitore Americana UK Award e in nomination per il Grammy Award; “Temuto come grido, atteso come canto” (2018), scritto a Venezia presso l’isola di San Servolo nell’ambito del progetto “Waterlines” dell’Università di Venezia e presentato a Palazzo Marino, sede del comune di Milano; “Argon” (2021) presentato presso l’Auditorium del Vittoriale a Gardone Riviera (BS), al Festival Internazionale Folkest e al Ghetto Ebraico di Venezia in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica (oltre che al FolkClub nel novembre 2021); “Domani si vive e si muore” (2023) in cui -insieme a Federico Sirianni- ha musicato dei testi inediti di Michele Straniero. Attraverso la sua etichetta FonoBisanzio Gazich cura una serie di produzioni, tra cui si segnalano “Fòrte e Gendìle” (2017) della cantautrice abruzzese Lara Molino e “IsolaMenti” (2019) di Raoul Moretti, vincitore del premio “L’artista che non c’era” della storica rivista L’Isola che non c’era nel 2020.
Giovanna Famulari. Musicista eclettica e straordinariamente versatile, dotata anche di una voce duttile e melodiosa, diplomata al conservatorio di Giuseppe Tartini di Trieste. Violoncellista, pianista, arrangiatrice e produttrice, spazia tra vari generi e stili musicali che vanno dal pop al jazz, dalla musica world alla musica contemporanea passando dal teatro ai concerti e alle colonne sonore. Ha vinto tra l’altro il premio Pavoncella d’oro e il Premio AILA 2018. Ha lunga esperienza teatrale e televisiva dove ha collaborato come compositrice, arrangiatrice e musicista. Per la Rai si è esibita in numerosi programmi televisivi e radiofonici. Oltre ai suoi progetti musicali da solista collabora con diversi artisti internazionali e nazionali, tra cui Ron, Tosca, Moni Ovadia, Ornella Vanoni, Teho Teardo e tanti altri (già sul nostro palco con Ron nel 2013 e con lo stesso Gazich nel 2021). Ha fatto conoscere il suono del suo magistrale violoncello nei più prestigiosi teatri del mondo esibendosi a Dubai, Arabia Saudita, Algeria, Tunisia, Israele, Palestina, Portogallo, Francia, Spagna, Germania, Brasile e Argentina.