Ingresso: 25,00€
Minori di 30 anni: 13€ (regolamento sconti)
Una serata speciale studiata apposta per il FolkClub, un grande concerto-evento con una super band e tanti, tanti ospiti prestigiosi: Alex ‘Kid’ Gariazzo, Michele Guaglio, Marco Benz Gentile, Max Malavasi, Raffaele Kohler, Bobo Rondelli, Simona Colonna, Saba Anglana, Fabio Barovero, Claudia Buzzetti, Mario Arcari, Andrea Parodi.
Era il 1999 quando il cantautore e rocker canadese è venuto in tour in Italia per la prima volta. Festeggia quest’anno 20 anni di concerti, viaggi e incontri, dalla copertina della rivista Buscadero alla partecipazione al Premio Tenco. Bocephus King, all’anagrafe James Perry, arriva da Vancouver e più precisamente da Tsawwassen, piccola cittadina sull’Oceano Pacifico dal fiero nome pellerossa. Poco più a sud dello stesso promontorio si trova la cittadina di Point Roberts, contesa nel corso degli anni tra Stati Uniti e Canada, ora territorio americano anche se confinante per 3/4 con acque canadesi e per 1/4 con Tsawwassen. Ed è proprio in questo piccolo paese di pescatori che Bocephus King spesso si rifugia a scrivere canzoni. Pochi minuti per varcare il confine e arrivare in un luogo in lotta con la propria identità dove gli abitanti sono cresciuti ascoltando John Prine e gli ACDC. Forti contrasti che si riflettono nella musica e soprattutto nella personalità di James che ha dovuto per necessità costruire un personaggio capace di contenere tutte queste sfaccettature. Bocephus King sembra uscito dal mondo del vaudeville, un Humphrey Bogart o un Robert Mitchum senza tempo che incontra al bancone di un diner Tom Waits, Nina Simone e il drugo del grande Lebowsky (si racconta che il buon Jamie se ne andasse al cinema in accappatoio dopo essersi tuffato nelle onde gelide dell'Oceano Pacifico). La carriera di Bocephus King comincia con Joco Music, un disco registrato proprio a Point Roberts, nella casa di famiglia, insieme ad amici, parenti e qualunque musicista capitasse da quelle parti. Un disco pieno di gioia realizzato dopo un lungo vagare tra la California, il Messico, Nashville, New York e New Orleans. Col disco A small good thing arriva il primo importante contratto discografico con una delle label più interessanti, la New West Records, che pubblica anche il successivo The Blue Sickness, scommettendo per prima sull’estro e il talento di Bocephus King. Il disco è un successo in Italia e il magazine specializzato Buscadero gli dedica la copertina commentando: ...è la seconda volta che mettiamo un artista sconosciuto in copertina. La volta scorsa era toccato a Tracy Chapman. Bocephus King arriva in tour in Italia infiammando ogni tipo di palcoscenico dove si trova a suonare, da solo in acustico o con la sua band, The Rigalattos. Dal vivo è una miscela esplosiva capace di spaziare tra sonorità blues, gospel, gipsy e country, rileggendo un intero secolo di musica americana. Ci sono echi di Woody Guthrie, Dylan, Springsteen, Waits ma anche Prince, Townes Van Zandt e tanto, tanto Cinema, da Fellini a Quentin Tarantino passando per l’estro dei fratelli Coen. L’album successivo è All children Believe in Heaven, che ottiene pareri discordanti per le sonorità sovraccariche di sperimentazioni che riflettono anche un momento personale della sua vita fatta di forti contrasti, di momenti più difficili e di gioie infinite come la nascita della sua prima figlia, Stella Bella Blue. A distanza di anni, riascoltando quel disco ci si accorge che conteneva canzoni straordinarie come Goodnight forever Montgomery Clift e Jesus The Bookie, con due testi visionari e crudi. Bocephus King rimette le cose a posto con Willie Dixon God Damn, un album pieno di contaminazioni ma molto più sobrio e solare. Nel gennaio 2014 l’etichetta italiana Appaloosa pubblica un’antologia completamente rimasterizzata di Bocephus King, Amarcord; un titolo felliniano, per ripercorrere questo viaggio pieno di riferimenti cinematografici e surreali. Una maratona di quasi ottanta minuti attraverso le sue canzoni più belle e alcuni inediti, tra cui una personale rilettura di Señor di Bob Dylan, registrata con due musicisti indiani conosciuti la sera stessa in un locale. Nel marzo 2015, sempre su etichetta Appaloosa, esce un nuovo disco dal titolo Illusion of Permanence, uno straordinario viaggio musicale da ovest a oriente con sonorità che spaziano dal folk, al rock, alla psichedelia e alla musica araba. Nell’ottobre del 2015 viene invitato al Premio Tenco di Sanremo incantando il pubblico e la stampa con una toccante traduzione di Autogrill di Francesco Guccini (apprezzatissima anche dal Maestro) e gli viene concesso l’unico bis dell’intera rassegna. Bocephus King è il mattatore del Premio Tenco, su e giù dal palco, nel dopo Festival al Casinò, perfino in un concerto improvvisato nel quartiere della Pigna poche ore prima della sua esibizione sul palco dell’Ariston. Nel febbraio del 2015 viene richiamato in Italia per rappresentare il Club Tenco durante il Festival di Sanremo e ritorna con un disco nuovo, doppio, intitolato Saint Eunice, ispirato e dedicato a Nina Simone, dove alterna canzoni originali a cover facendosi accompagnare da una band formata da musicisti internazionali conosciuti in un locale chai di Vancouver della quale fa parte anche un monaco tibetano. Durante questo nuovo viaggio in Italia Bocephus King lavorerà a un nuovo disco di traduzioni dall’italiano all’inglese per esportare la grande canzone d’autore di Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Francesco De Gregori, Piero Ciampi, Bobo Rondelli, Vinicio Capossela, Ivan Graziani e perfino Giacomo Leopardi, di cui ha musicato e tradotto l’Infinito. Giovedì 18 febbraio 2016 Bocephus King esegue dal vivo l’Infinito di Leopardi nella cattedrale di Recanati ripreso dalle telecamere della RAI e in presenza della famiglia Leopardi. Il 22 ottobre 2016 è uno degli ospiti della serata finale della quarantesima edizione del Premio Tenco insieme a Morgan, Noemi, Roy Paci e altri ed esegue in inglese le canzoni di Luigi Tenco Mi sono Innamorato di Te e E se ci diranno, accompagnato dall’Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta dal maestro Mauro Ottolini. Con questo spettacolo Bocephus King è ospite anche a Umbria Jazz insieme a Gino Paoli, Paolo Fresu e i Negramaro. In tutti questi anni, Bocephus King è ‘transitato’ sul palco del FolkClub per ben 5 volte (+1 estiva e 1 ‘secret concert’), costruendo e consolidando con noi e il nostro pubblico un fantastico rapporto di amicizia e stima reciproca. Bocephus King non è mai fermo, continua a viaggiare e lasciarsi contaminare da ogni paesaggio, libro, film, musicista e persona che incontra...
http://www.bocephusking.ca/