PAOLO FRESU & URI CAINE (USA)

Live

Ingresso: 40,00€
Minori di 30 anni: 20€ (regolamento sconti)

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Sodalizio di titani

Un piccolo capolavoro di stile, un progetto dai vasti orizzonti, di quelli che ti rimettono in pace con il mondo. È il fortunatissimo incontro tra due grandi personalità del jazz moderno, una delle cose più interessanti successe nel mondo del jazz degli ultimi anni. Una sorta di ‘altra versione’ del celeberrimo trio standards di Keith Jarrett alle prese con gli standard più tradizionali della storia del jazz ma, con in più, il rischioso senza rete di avere in realtà scelto materiale davvero ‘pericoloso’ per la sua enorme popolarità. Non è affatto semplice, come invece potrebbe sembrare, scegliere di suonare ad arte brani che sono il magma e il segno della storia jazzistica. Il duo affronta il gioco con sorprendente semplicità, riuscendo perfettamente a trasmettere il sentimento che guida questa straordinaria musica; la tromba lirica e sognante di Fresu, il suo timbro malinconico e onirico si sposa a meraviglia con il pianismo di Uri Caine, fatto di mille citazioni, dalla canzone americana, al blues, dal jazz più mainstream all'avanguardia fino alla musica classica, genere che Caine ha riveduto e corretto secondo i suoi parametri personali in molti progetti solistici pubblicati negli ultimi 10 anni. Caine è infatti noto per le sue visionarie rivisitazioni di repertori classici che gli hanno assicurato uno straordinario successo, fino ad essere invitato anche dal prestigioso festival di musica classica di Salisburgo. Per queste sue prove Caine ha scelto organici variabili, con presenze inaspettate, in grado di confrontare musicalità diverse, dalla tradizione classica europea al jazz, all'elettronica, al klezmer, al rock, qualificandosi come uno degli architetti più intelligenti e sensibili della musica d'oggi. Non sorprende, dunque, l’incontro con Paolo Fresu, ecumenicamente riconosciuto quale musicista altrettanto attento ai diversi suoni del contemporaneo. I due, conosciutisi nel 2002 a Berchidda al festival curato da Paolo, dopo una serie di concerti nell’estate 2006 pubblicano l’album Things e successivamente Think, dimostrando -come accade per il trio standards di Jarrett- quanto sia possibile rinnovare alcune tra le pagine più famose del jazz, tra ammalianti ballad e invenzioni ritmiche che rendono il loro incontro musicale un evento assolutamente da non perdere.
Uri Caine è uno degli architetti più intelligenti e sensibili della musica d’oggi, un geniale alchimista, che compone in modo originale ripartendo dal passato prossimo del grande jazz come da quello più remoto della musica classica, capace di rileggere i repertori di ogni epoca con intelligenza, cultura e humour. Cresciuto a Philadelphia, dai 12 ai 16 anni studia con il brillante pianista Bernard Peiffer. Quando si iscrive all’Università è già protagonista della scena jazzistica della sua città: suona nei jazz club, entrando in contatto con i grandi maestri che visitano Philadelphia e continua a perfezionarsi fra corsi di musicologia e di letteratura. Trasferitosi a New York, inizia la sua carriera come solista. Nel 1992 incide il suo primo disco, Sphere Music. Nel 2003 è direttore di una memorabile edizione della Biennale di Venezia dove debutta con The Othello Syndrome, un lavoro di variazioni liberamente tratte dalla partitura di Giuseppe Verdi che dà origine alla registrazione di Winter and Winter nominata ai Grammy Awards come migliore album di musica classica/crossover del 2008, e premio Echo Klassik 2009. Negli ultimi anni Caine ha lavorato al fianco di Don Byron, John Zorn, Terry Gibbs, Buddy DeFranco, Clark Terry, Rashid Ali, Arto Lindsay, Dave Douglas, Sam Rivers, Barry Altschul, Woody Herman Band, Annie Ross, Enja Band e i Master Musicians of Jajouka. Si è esibito nei più importanti festival jazz del mondo: North Sea Jazz Festival, Montreal Jazz Festival, Monterey Jazz Festival, JVC Festival, San Sebastian Jazz Festival, Newport Jazz Festival, e anche in alcuni festival di musica classica come Salzburg Festival, Munich Opera, Holland Festival, Israel Festival, IRCAM. La sua discografia, ampia e ricca di opere importanti, alcune riconosciute come pietre miliari, viene indicata come snodo fondamentale della storia musicale contemporanea. Sonic Boom, in duo con Han Bennink, e Rhapsody in Blue, con il suo ensemble di New York, sono i titoli delle incisioni più recenti.
Paolo Fresu inizia lo studio dello strumento all'età di 11 anni nella Banda Musicale del proprio paese natale e dopo varie esperienze di musica leggera scopre il jazz nel 1980. Nel 1984 si diploma in tromba presso il Conservatorio di Cagliari e nello stesso anno vince i premi RadioUno jazz, Musica jazz e RadioCorriere TV come miglior talento jazz italiano. Nel 1990 vince il premio Top jazz della rivista Musica jazz come miglior musicista italiano, miglior gruppo (Paolo Fresu Quintet) e miglior disco (premio Arrigo Polillo per il disco Live in Montpellier). Nel 1996 si aggiudica il premio come miglior musicista europeo attraverso una sua opera della Académie du jazz di Parigi e il prestigioso Django d’Or come miglior musicista di jazz europeo e, nell’anno 2000, la nomination come miglior musicista internazionale. Sono i primi in una lunga serie di riconoscimenti che costellano la carriera di Paolo. Docente e responsabile di diverse importanti realtà didattiche nazionali e internazionali, ha suonato in ogni continente e con i nomi più importanti della musica afroamericana degli ultimi 30 anni: F. D'Andrea, G. Tommaso, B. Tommaso, T. Ghiglioni, E. Rava, A. Salis, E. Pieranunzi, G. Gaslini, GL. Trovesi, R. del Fra, A. Romano, G. Ferris, J. Taylor, K. Wheeler, P. Danielsson, J. Christensen, G. Mulligan, B. Brookmayer, D. Liebman, K. Berger, D. Holland, R. Beirach, J. Zorn, J. Abercrombie, H. Merril, R. Towner, R. Galliano, M. Portal, T. Gurtu, J. Lee, Gunther Schüller, P. McCandless, J. Hall, L. Soloff, Uri Caine, Gil Evans Orchestra, Toots Thielemans ecc. Ha registrato oltre 300 dischi di cui oltre cinquanta a proprio nome e altri con collaborazioni internazionali, lavorando spesso in progetti ‘misti’ di jazz-musica e etnica, world music, musica contemporanea, musica leggera, musica antica, ecc. collaborando tra gli altri con M. Nyman, E. Parker, Farafina, O. Vanoni, Alice, T. Gurtu, G. Schüller, Negramaro, Stadio. È stato più volte ospite in grandi organici quali la Grande Orchestra Italiana, l’Orchestra nazionale di jazz francese, l’Orchestra della Radio tedesca di Amburgo e l’italiana Instabile Orchestra. Ha coordinato, inoltre, numerosi progetti multimediali collaborando con attori, danzatori, pittori, scultori, poeti e scrivendo musiche per film, documentari, video o per il Balletto o il Teatro. Oggi è attivo con una miriade di progetti che lo vedono impegnato per oltre duecento concerti all’anno, pressoché in ogni parte del globo. Molte sue produzioni discografiche hanno ottenuto prestigiosi premi sia in Italia che all'estero. Vive tra Parigi, Bologna e la Sardegna e dirige l'Associazione Culturale Time In Jazz a Berchidda con la quale organizza dal 1988 l’omonimo prestigioso Festival Internazionale. Crescono poi le importanti realtà contemporanee: il duo con Uri Caine, la collaborazione con Carla Bley e Steve Swallow e il fortunato incontro con Ralph Towner che ha fatto da ponte all'ingresso del nome di Paolo nell'entourage della celebrata etichetta ECM, che ha pubblicato il bellissimo lavoro Mistico Mediterraneo con Daniele Di Bonaventura e il coro polifonico corso A Filetta. Il suo presente più attuale lo vede attivo in trio con Richard Galliano e il pianista svedese Jan Lundgren (Mare Nostrum) e in diverse nuove avventure con nuovi importanti nomi dell’entourage jazzistico contemporaneo quali Omar Sosa, Gianluca Petrella e –ancora– con Manu Katché, Eivind Aarset, Dave Douglas. Interessanti sono poi i progetti con alcuni grandi nomi del mondo letterario e teatrale italiano (Ascanio Celestini, Lella Costa, Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Milena Vukotic). Musica per il Cinema e progetti speciali come il suo straordinario a solo teatrale, che ha paralizzato 3.000 spettatori all’Auditorium di Roma o un incantato teatro Metastasio a Prato, chiudono il cerchio insieme alla piccola grande e folle avventura che lo ha portato a festeggiare nel 2011 i suoi 50 anni con 50 concerti in 50 giorni consecutivi, con 50 formazioni e progetti diversi di giorno in giorno in 50 capolavori paesaggistici della sua Sardegna. Dentro al suono del suo strumento c'è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, la profondità di un pensiero non solo musicale, la generosità che lo vuole naturalmente nel posto giusto al momento giusto ma, soprattutto, l'enorme e inesauribile passione che lo sorregge da sempre.
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