Ingresso: 18,00€
Prezzo: 5,00€
Michele Gazich, lo scrittore di canzoni, l’ebreo errante col violino, da trent’anni nomade sui palchi di tutto il mondo, in una dimensione di nomadismo artistico e di ricerca costante che è diventata esistenziale, torna in Italia in tour per presentare il suo nuovo album, Argon.
Gazich è musicista, poeta, produttore artistico e compositore. Opera professionalmente nel mondo della musica dall’inizio degli anni novanta: tour in Italia, Europa e USA, Collaborazioni con cantautori italiani, europei e singer-songwriter statunitensi (Michelle Shocked, Mary Gauthier, Eric Andersen e Mark Olson); orchestre; spettacoli teatrali; performances di poeti; colonne sonore cinematografiche; università e conservatori italiani ed esteri. Ad oggi, ha collaborato a più di cinquanta album e ne ha prodotti dieci a suo nome, di cui gli ultimi sono Una storia di mare e di sangue (2014), La via del Sale (2016 - finalista Targa Tenco), Rifles & Rosary Beads (2018 - vincitore Americana UK Award), Temuto come grido, atteso come canto (2018).
Negli ultimi anni Gazich ha suonato prevalentemente negli Stati Uniti, in stretta collaborazione artistica con artisti statunitensi, esperienza culminata con l’album Rifles & Rosary Beads, a cui ha lavorato insieme alla songwriter statunitense Mary Gauthier e che ha ottenuto una prestigiosa nomination ai Grammy Awards. L’album è poi stato portato in tour con oltre 100 concerti, conclusi da una storica performance al Kennedy Center di Washington l’11 novembre 2019. Dopo tanto errare, Gazich ha sentito forte il desiderio di raccontare in terra natia le tante esperienze e i tanti viaggi, con un nuovo album e un nuovo tour. Attraverso il suo caratteristico recitar cantando, che unisce la parola cantata a quella recitata, propone le sue originali canzoni, che raccontano di api, di poeti, di fiumi, di maghi, di mari e di stranieri. Oltre all’intensa cifra poetica, le canzoni di Gazich vivono di un’intensa passione civile: è stato tra i pochissimi ad interpretare le sue canzoni in contesti come Palazzo Marino, sede del Comune di Milano e al Senato Spagnolo a Madrid. La voce profonda di Gazich, il suo violino, la viola e il pianoforte, vengono affiancati in questo tour da due collaboratori d’eccezione: Marco Lamberti alla chitarra, al bouzouki e alla seconda voce, dal 2006 sul palco con il Maestro; Giovanna Famulari, già al fianco fra gli altri di Ron, di Tosca, di Teho Teardo e di tanti altri, si unisce per la prima volta al tour di Gazich, donando le qualità del suo magistrale violoncello e della sua duttile voce. Il repertorio del concerto sarà in parte incentrato sulle canzoni del nuovo album Argon, tra cui l’omonima canzone dedicata a Primo Levi, ma non trascurerà di includere classici dell’artista, tra cui Storia dell’uomo che vendette la sua ombra, già nella cinquina delle canzoni finaliste al Premio Tenco 2017, e alcune delle tante composizioni scritte da Gazich legate a tematiche ebraiche, che l’hanno portato ad esibirsi in contesti unici per un songwriter, come l’auditorium dello storico Ghetto Ebraico di Venezia. L’album Argon è stato anticipato da tre videoclip girati dal regista Enrico Fappani, che hanno rivalutato con successo questo mezzo: non più solo pretesto promozionale volto a valorizzare la canzone, ma prodotto cinematografico, con una sua dignità e valenza artistica autonoma. Il video di Lettera a Claudio, brano dedicato all’indimenticabile Claudio Lolli, è stato selezionato dalla Fondazione Lolli per celebrare il compleanno di Claudio nel 2021. Significativa la presenza di Paolo Capodacqua, storico chitarrista di Lolli, a dare ulteriore peso e dignità a questo video, girato nell’attrezzeria di un teatro abbandonato, per ripensare insieme ai teatri chiusi nel corso della recente pandemia. Materiali sonori per una descrizione dell’anima di Paolo F. è dedicato a Paolo Finzi: uomo libero, anarchico, profondissimo e aperto al confronto recentemente scomparso. Fu amico e confidente di Fabrizio De André, oltre che di Gazich. Il video è stato girato nel battistero millenario di Concordia Sagittaria, vicino a Venezia: presenti solo Michele Gazich al violino e Giovanna Famulari al violoncello. In Fiume Circolare Michele è al pianoforte e propone una meditazione profonda sulla vita e l’arte. Dice l’artista: …la canzone parla di me e di voi, oggi. Tutti noi che viviamo le nostre vite isolate e tuttavia proprio per questo, paradossalmente, siamo uno. Un fiume circolare ci circonda.
Un concerto di Michele Gazich non è mai solo un concerto, è un viaggio che ti porti nel cuore, un rito, ma senza ostentazione, una celebrazione d’amore: una benedizione, in un mondo sempre più carico d’odio.