Daniele Di Bonaventura: bandoneon, pianoforte
“Nelle sue mani il bandoneon si trasforma in un’orchestra da camera.” (Pierre Favre)
Daniele di Bonaventura è considerato uno dei più originali e creativi bandoneonisti al mondo. La sua musica è una mescolanza meravigliosamente seria e al contempo straordinariamente giocosa di musica classica (composizione, struttura) e di jazz (improvvisazione e libertà) e fa riferimento in particolar modo alle tradizioni melodiche mediterranee e al genere musicale sudamericano. Anche nelle sue esibizioni da solista esegue e improvvisa pezzi che nascono dalla sua “patria musicale”, la cui ispirazione spazia dai compositori del barocco ai classici della canzone popolare, per approdare al suo ultimo repertorio, e creano un suo specifico mondo musicale incredibilmente variegato e nel contempo inconfondibile, dove il bandoneon sa trasformarsi, come per gioco, in un’armonica a bocca o nell’organo di una cattedrale. Nasce una corrente dinamica di melodie superbe, capaci di incantare l’ascoltatore. Nato a Fermo (nelle Marche), Daniele di Bonaventura, compositore-arrangiatore, pianista-bandoneonista, ha coltivato sin dall’inizio della sua attività un forte interesse per la musica improvvisata pur avendo una formazione musicale di estrazione classica (diploma in Composizione) iniziata a soli 8 anni con lo studio del pianoforte, del violoncello, della composizione e della direzione d’orchestra. Le sue collaborazioni spaziano dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, dalla musica etnica alla world music, con incursioni nel mondo del teatro del cinema e della danza. Ha suonato nei principali festival italiani ed internazionali in Italia, Inghilterra, Olanda, Germania, Spagna, Egitto, Norvegia, Francia, Romania, Svizzera, Portogallo, Brasile, Argentina, Cile, Slovenia, Moldavia, Croazia, Lettonia, Albania, Singapore, Giappone, Stati Uniti e Sud Africa, suonando nei più grandi tempi della musica, dalla Town Hall di New York alla Sala Pleyel di Parigi. Ha suonato, registrato e collaborato con: Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, A Filetta, Oliver Lake, David Murray, Miroslav Vitous, Rita Marcotulli, David Liebman, Toots Tielemans, Lenny White, Robin Kenyatta, Omar Sosa, Joanne Brackeen, Greg Osby, Ira Coleman, Dino Saluzzi, Javier Girotto, Cèsar Stroscio, Tenores di Bitti, Aires Tango, Peppe Servillo, David Riondino, Francesco Guccini, Sergio Cammariere, Lella Costa, Ornella Vanoni, Franco Califano, Eugenio Allegri, Alessandro Haber, Enzo De Caro, Omero Antonutti, Giuseppe Battiston, Giuseppe Piccioni, Mimmo Cuticchio, Custòdio Castelo, Andrè Jaume, Furio Di Castri, U.T. Gandhi, Guinga, Riccardo Fassi, Frank Marocco, Paolo Vinaccia, Mathias Eick, Bendik Hofseth, Pierre Favre, Jaques Morelembaum, Ivan Lins e Quintetto Violado. Nel 2003 per l’Orchestra Filarmonica Marchigiana ha composto, eseguito e registrato la “Suite per Bandoneon e Orchestra” commisionatagli proprio dalla stessa. Ha pubblicato più di 90 dischi con le etichette discografiche Via Veneto Jazz; Philology, Manifesto, Felmay, Amiata Records, Splasc(H), World Music, CCn’C Records; per la Harmonia Mundi ha pubblicato un lavoro per bandoneon e quartetto d’archi intitolato “Sine Nomine”.
Le ultime collaborazione sono quelle con Miroslav Vitous, il quale lo ha chiamato a partecipare al suo ultimo CD intitolato "Universal Syncopation II", vincitore del German Critics Prize (Preis der deutschen Schallplattenkritik) come Album dell’Anno 2007, pubblicato dalla prestigiosa etichetta tedesca ECM. Sempre per la ECM, ha pubblicato l’ultimo lavoro intitolato “Mistico Mediterraneo” un'opera condivisa con il gruppo vocale della Corsica A Filetta e Paolo Fresu. Per la Tuk Music di Fresu ha pubblicato nel 2013 il suo primo doppio album intitolato “Nadir”. Nel 2014 ha collaborato alla colonna sonora dell'ultimo film diretto da Ermanno Olmi: “Torneranno i prati”. A Marzo 2015 ha pubblicato per ECM il CD in duo con Paolo Fresu intitolato “In Maggiore” e in contemporanea il film-documentario “Figure musicali in fuga” del regista Fabrizio Ferraro, in cui vengono ritratti i due musicisti durante la sessione di registrazione a Lugano insieme a Manfred Eicher.