David Ford: voce, chitarra, pianoforte, loop machine
Viviamo in tempi interessanti. Ancor prima che una pandemia globale ridesse forma alla nostra epoca, questo era già un momento decisamente impegnativo per un musicista indipendente. Il settore sembra aver raggiunto uno stato di perenne mutamento, ampiamente descritto come una sorta di mostro, che mastica e sputa fuori i puri di cuore più ingenui. Eppure, David Ford è finalmente felice. Per la prima volta in vent’anni, non c’è nessuno che cerca di renderlo famoso. Il viaggio di Ford attraverso i tanti mondi dell’industria musicale moderna non è sempre stato facile. Una successione di etichette discografiche, affascinate dal suo talento, ha tentato a turno di venderlo come pop star, cantante di protesta, icona indie, cantautore romantico o bluesman. In realtà, potrebbe essere tutte queste cose. E nessuna di queste. Oggi Ford si sente molto più a suo agio ai margini del settore musicale, senza cercare di essere famoso o di arricchirsi. Potrebbe essere un modo non convenzionale di condurre una carriera musicale, ma lui non è una persona convenzionale, come dimostrano i suoi recenti lavori in studio. Nel 2022 ha pubblicato due album. Il primo, “May You Live in Interesting Times”, è una capsula del tempo musicale che documenta gli ultimi giorni di Trump in parallelo con i primi giorni del Covid. Nonostante la portata e la complessità dei temi trattati, la capacità di Ford di affrontare tali argomenti con equilibrio e precisione gli è valsa il raro onore di essere nominato “album della settimana” sia dal Daily Telegraph che dal Sunday Times. Poco dopo è seguito “Love and Death”, una raccolta di momenti registrati in una singola sessione dal vivo con un gruppo selezionato di musicisti jazz. Come artista, Ford sfugge ancora a ogni classificazione o confronto. Definirlo cantautore non basta. Scrive e si esibisce con disinvoltura in diversi generi, suona ogni strumento sul palco e ne inventa di nuovi per creare registrazioni e performance davvero uniche. Ogni concerto è diverso. Il suo caratteristico “circo” da uomo solo con loop machine diventa ogni anno più complesso e audace, ma è altrettanto probabile che si presenti con una band di sei elementi, un quartetto d’archi, un batterista jazz o un coro. Durante un recente tour nel Regno Unito, ha dimostrato di essere altrettanto coinvolgente seduto in poltrona, con una chitarra acustica e raccontando storie. Il risultato è uno spettacolo dal vivo definito da The Guardian come “imperdibile”. Ha aperto concerti per artisti del calibro di Elvis Costello & Allen Toussaint, Ray LaMontagne, Aimee Mann, Sara Bareilles, Gomez, Aqualung, Richard Ashcroft, Suzanne Vega, Augustana, Ingrid Michaelson e Jakob Dylan. Forse è come autore di canzoni che David Ford è maggiormente apprezzato. Spesso lodato per la sua destrezza lirica e la volontà di affrontare temi politici e di attualità, Rolling Stone ha elogiato la sua “profondità autentica e impressionante autorità”, mentre il Telegraph ha descritto il suo lavoro come “Canzoni intelligenti, arrabbiate, argute ed emotive, eseguite con una passione grezza e viscerale.” Il suo pluripremiato album di debutto, “I Sincerely Apologise for All the Trouble I've Caused” (2004), è stato inserito nelle classifiche dei dieci migliori album dell’anno da The Times e Word Magazine. La rivista Buscadero accoglie con entusiasmo il successivo “Songs for the Road” con una suntuosa recensione a 4 stelle firmata da Paolo Carù. Un album che raccoglie canzoni che suonano tutte come classici a partire dalla splendida “I’m Allright Now” che è prima in classifica in Francia grazie alla traduzione di Johnny Hallyday: nel febbraio 2014 Ford viene invitato a Parigi a ritirare il Victoires de la Musique, definiti “i Grammy francesi” come “Miglior Canzone Originale”. Nello stesso album pubblica uno dei suoi album più belli di sempre, “Charge”. Polistrumentista e maestro del loop pedal, le ipnotizzanti esibizioni dal vivo di David Ford riempiono regolarmente le sale su entrambi i lati dell’Atlantico. La sua è una carriera ventennale che si è dimostrata immune ai pericoli delle mode passeggere. La maestria compositiva di Ford, le sue potenti performance dal vivo e il suo totale disprezzo per l’autopromozione hanno contribuito a coltivare una base di fan appassionati e devoti, che esiste come una sorta di società segreta. Nonostante i numerosi riconoscimenti e un pubblico affezionato, il cantautore rimane fuori dal radar del successo commerciale, un argomento che ha documentato in un libro intitolato, “I Choose This – How To Nearly Make It In The Music Industry”. Eppure, la squisita scrittura delle canzoni e le potenti esibizioni dal vivo di Ford assicurano che rimanga uno dei cantautori più importanti del Regno Unito agli occhi dei critici e degli amanti della musica vera.