Jesper Lindell: voce, chitarra
Scarlet Rivera: voce, violino
Corrono più di 40 anni tra la leggendaria violinista americana Scarlet Rivera e l’astro nascente del rock svedese Jesper Lindell. 40 anni azzerati dalla stessa visione della musica nel nome di Bob Dylan e Fabrizio De Andrè. Jesper ha tradotto “Un Malato di Cuore” di Fabrizio De Andrè, dal capolavoro “Non al Denaro Ne all’Amore Ne al Cielo”, ispirato all’antologia di Spoon River di Edgar Lee Master. La canzone uscirà in tutto il mondo il prossimo 10 gennaio col nuovo titolo “Once in A Dream” all’interno dell’EP “Windows Vol.2” che contiene anche una ispirata cover di “Sweetheart Like You” di Bob Dylan. Jesper presenterà “Windows Vol. 2” in anteprima in Italia accompagnato da Scarlet Rivera, la violinista che fece perdere la testa a Bob Dylan e che scrisse con lui una delle pagine più belle della storia della musica suonando il violino su “Hurricane”. Anche Scarlet Rivera omaggerà Fabrizio De Andrè cantando la sua versione di “Hotel Supramonte”, incisa in inglese con la partecipazione di Dori Ghezzi ai cori. Scarlet e Jesper si accompagnano a vicenda in una serie di concerti intimi ed esclusivi, pieni di sorprese e con scalette che cambiano ogni sera, alternando brani propri a rivisitazioni di Dylan, De Andrè, Leonard Cohen e Van Morrison.
Jesper Lindell. All’età di 13 anni, Jesper era il giocatore di calcio più talentuoso di Ludvika, città svedese operaia a nord-ovest di Stoccolma. A seguito di un infortunio di gioco, Jesper fu costretto a trascorrere un lungo periodo su una sedia a rotelle. Suo fratello maggiore per consolarlo gli insegnò qualche accordo sulla chitarra aprendogli la porta su qu quello che sarebbe stato il suo futuro. Giovanissimo fonda le prime band scolastiche, gli Almost Nature e i King Harvest (nome tratto dal titolo di una canzone de The Band) e soprattutto comincia a scrivere proprie canzoni. La BMG gli propone un ingaggio come solista e cantautore: sembra essere il coronamento del sogno della vita, ma in realtà le cose non vanno come sperato, Jesper viene indirizzato verso un pop commerciale, lontanissimo dalla sua personalità artistica. Tuttavia la strada è ormai tracciata e le opportunità non tardono ad arrivare: così dall’incontro con il produttore Benkt Söderberg, padre dell'acclamato duo di sorelle indie folk svedesi First Aid Kit, nasce il suo album d’esordio, “Little Less Blue”, con il contributo delle stesse sorelle Söderberg, Klara e Johanna. Il suono soul-rock retrò del disco ottiene un grande riscontro presso il pubblico svedese, tanto da condurre Jesper a trascorrere i due anni successivi in tournée, condividendo il palco con artisti americani in come Justin Townes Earle e Andrew Combs. Nel 2019 pubblica “Everyday Dream”, nato dalla collaborazione con il bassista dei Blues Pills, Zack Anderson, con un’impostazione musicale che mescola rock /blues e soul in stile Van Morrison. Con una nuova casa discografica americana alle spalle, il disco viene distribuito a livello internazionale, ottenendo recensioni entusiastiche, così come il singolo estratto, “Whatever Happens”, consegue un grande successo di vendita e critiche tanto in Svezia, quanto negli Stati Uniti, dove viene inserito anche nella serie TV americana “The Council Of Dad”. Al tempo stesso, Jesper prosegue nella collaborazione con la famiglia Soderberg e le First Aid Kit, partecipando all'acclamato tributo a Leonard Cohen, presso il prestigioso teatro Dramaten di Stoccolma che diventa un disco di culto. Jesper Lindell è in corsa verso il successo ed è pronto a girare il mondo con la sua band quando arriva la pandemia ma soprattutto una grave malattia congenita renale, che lo costringe in dialisi tre volte alla settimana in attesa di un trapianto. Jesper torna nella sua città, Ludvika, apre un proprio studio di registrazione, ritrova i vecchi amici e l’immagine di quel ragazzo timido amante del calcio, ancora una volta seduto su una sedia a rotelle nella stessa stanza, con una chitarra in grembo. Il trapianto del rene donato dal padre stesso di Jesper fa finalmente superare i momenti bui che si trasformano in un disco meraviglioso, “Twilights”, distribuito a livello mondiale da Red Eye a cui seguono gli acclamati “Before The Sun” e “Windows”.
Scarlet Rivera, “The Queen Of Swords”
L’incontro tra Bob Dylan e Scarlet Rivera è uno dei momenti più intensi e romantici della storia del rock ed è stato magistralmente raccontato nel film di Martin Scorsese sul leggendario tour della Rolling Thunder Review. “The Queen of Swords”, La Regina di Spade, è il soprannome che il celebre regista ha affibbiato alla misteriosa violinista dai capelli rossi che fece perdere la testa al più grande cantautore della storia. Nel 1974 Eric Clapton aveva registrato tutte le parti soliste con la sua chitarra elettrica sul disco “Desire”. Dopo la lunga session in studio di registrazione, Dylan prese la sua macchina e fece un giro notturno nel Greenwich Village, quando vide passare una bellissima ragazza col violino in spalla. Anziché portarla a bere un drink in un bar la invitò in studio di registrazione e registrò per gioco le parti di violino mettendo in mute la chitarra elettrica di Clapton. Alla fine Dylan decise che quel violino sarebbe stato lo strumento cardine di “Desire”. È un momento cruciale nella storia del rock, con la chitarra elettrica di Clapton che viene sostituita dal violino di una ragazza conosciuta per strada. Dylan è ancora una volta rivoluzionario e battezza per primo uno strumento antico come il violino, classico e popolare al tempo stesso, nella musica rock. Il violino di Scarlet Rivera diventa la voce più importante di un disco pieno di colori, che evoca la frontiera messicana e molti altri scenari a partire dalla travolgente “Hurricane”. “Dylan offre la sua performance più dinamica di Hurricane, in piedi sul palco con la sua chitarra, serio, sputando fuori i testi, fissando per tutto il tempo la violinista Scarlet Rivera a pochi metri di distanza. È elettrizzante. Potrei dire che siano i cinque minuti più avvincenti che abbia mai visto in un film/documentario su un concerto rock". (Splice Today)
Bob Dylan è stato il primo a scoprire Scarlet riconoscendo il genio e considerandola una violinista capace di suonare il volino alla stregua di una chitarrista solista. Da quel momento la sua carriera e la sua vita hanno preso una direzione inaspettata. Scarlet ha collaborato con gli artisti più influenti del nostro tempo, collezionando premi e nomination ai Grammy Awards, e aprendo un varco nel tessuto della storia del rock come pioniera del violino elettrico. Partendo da un background classico, ha evoluto il suo percorso fino ad abbracciare una gran varietà di generi di musica, dalla fusion che mescola rock e jazz, poliritmi latini, alla musica celtica, fino alla new age. Le sue capacità sono di ampio respiro e hanno goduto dei riflettori nella più venerata Carnegie Hall della musica, con la Duke Ellington Orchestra, il Kennedy Center e il Carnevale di Venezia, in Italia. Scarlet continua il suo viaggio di espressione e creatività esibendosi con leggende preziose come Indigo Girls, Tracy Chapman, Eric Andersen, Keb Mo e Peter Maffay. A distanza di 50 anni Scarlet ha deciso di rendere omaggio a Bob Dylan, l’uomo che ha cambiato la sua vita per sempre. Scarlet canterà dal vivo diverse canzoni di Dylan tra cui “Senor” e “Blowin’ in the Wind”. Un viaggio musicale affascinante insieme a uno dei personaggi più iconici della storia del rock che omaggerà i grandi songwriters: Bob Dylan, Leonard Cohen e perfino Fabrizio De Andrè di cui Scarlet ha tradotto la struggente “Hotel Supramonte”.