Uri Caine: pianoforte
Joey Baron: battreria
Mark Helias: contrabbasso
Lo straordinario pianista e compositore Uri Caine è uno dei personaggi di maggiore rilievo del jazz contemporaneo nonché uno tra i più originali, poliedrici, sensibili e intelligenti jazzisti in circolazione, ed è per noi motivo di particolare orgoglio riproporlo sul nostro palco per la quinta volta. Con lui, sul palco, uno stratosferico, monumentale batterista come Joey Baron - che manca dal FolkClub dal 2012 e che nella sua illustre carriera ha suonato con artisti del calibro di Dizzy Gillespie, Tony Bennett, Chet Baker, Laurie Anderson, John Zorn, Bill Frisell, Art Pepper, Stan Getz, Lee Konitz, Joe Lovano, David Bowie, Philip Glass, David Sanborn, Al Jarreau, Jim Hall, Randy Brecker, John Scofield, Marc Johnson, Enrico Pieranunzi e Lounge Lizards. A completare il trio un maestro del contrabbasso come Mark Helias (Cecil Taylor, Abbey Lincoln, Edward Blackwell, Don Byron, Bobby Bradford, Ray Anderson, Anthony Davis, Dewey Redman, Don Cherry tra le sue prestigiose collaborazioni). Insieme formano un trio inimitabile, per un concerto strabiliante ai vertici del jazz contemporaneo!
Uri Caine. Nato a Filadelfia, ha iniziato a studiare pianoforte con Bernard Peiffer e composizione con George Rochberg. Ha suonato in gruppi guidati da Philly Joe Jones, Hank Mobley, Johnny Coles, Mickey Roker, Odean Pope, Bootsie Barnes, Bobby Durham e Grover Washington e ha frequentato l’Università della Pennsylvania, dove ha studiato composizione musicale con George Rochberg e George Crumb. Dopo essersi trasferito a New York nel 1985, Caine ha registrato 33 album come leader. I suoi CD recenti includono un disco in duo con il batterista Han Bennink, “Sonic Boom” (2013), uno -acclamatissimo- in sestetto interamente dedicato a George Gershwin “Rhapsody in Blue” (2013), “Callithump” (2015) contenente le sue composizioni per pianoforte solo, “Calibrated Thickness” (2016) in trio con Mark Helias e Clarence Penn e “Space Kiss” (2017) con il Lutoslawski String Quartet. Ha registrato progetti con il suo ensemble, eseguendo arrangiamenti di Mahler, Wagner, Mozart, Verdi, Schumann e le Variazioni Goldberg di Bach. Dirige anche un trio acustico, con cui ha realizzato diverse registrazioni, tra cui “Live at the Village Vanguard”, oltre al suo trio elettrico Bedrock. Nel 2009 è stato nominato ai Grammy per “The Othello Syndrome”. Tra le composizioni recenti ci sono “Agent Orange” (2017), scritta per la Brussels Philharmonic, e “4 Wunderhorn Songs” (2017), scritta per la SWF Orchestra. Caine ha composto “The Passion of Octavius Catto” per la Philadelphia Orchestra insieme a un coro gospel, per celebrare la vita del leader per i diritti civili Octavius Catto, e “Hamsa” per la Swedish Chamber Orchestra, ispirata al 5º Concerto Brandeburghese di Bach. Caine ha inoltre ricevuto commissioni per comporre musica per l’American Composers Orchestra, la Vienna Volksoper, la BBC Concert Orchestra, il Concerto Köln, l’Orchestra da Camera di Basilea, il Quartetto Arditti e il Trio Beaux Arts, tra gli altri. È stato compositore in residenza per tre anni presso la Los Angeles Chamber Orchestra e ha eseguito la sua versione delle “Variazioni Diabelli” con orchestre come la Cleveland Orchestra, la Swedish Chamber Orchestra e la Moscow Chamber Orchestra. Caine è stato il Direttore della Biennale di Venezia nel 2003. Negli ultimi anni Caine ha lavorato con gruppi guidati da Don Byron, Dave Douglas, John Zorn, Arto Lindsay, Terry Gibbs e Buddy DeFranco, Sam Rivers, Barry Altschul, la Woody Herman Band e i Master Musicians of Jajouka. Ha ricevuto sovvenzioni dal National Endowment for the Arts, dalla Pew Foundation e dalle USA Artist Fellowships. Ha suonato in numerosi festival, tra cui il North Sea Jazz Festival, il Monterey Jazz Festival, il Montreal Jazz Festival e il Newport Jazz Festival, oltre a festival di musica classica come il Festival di Salisburgo, la Munich Opera, l’Holland Festival, l’IRCAM e il Great Performers al Lincoln Center.
Joey Baron è nato nel 1955 a Richmond, Virginia in una famiglia ebrea della working class. Si è formato prevalentemente da autodidatta, attraverso l’osservazione degli altri musicisti e l’ascolto di dischi, programmi radiofonici e televisivi. Le sue prime influenze spaziano dagli ospiti dell’Ed Sullivan show e la sigla del telefilm "The Wild Wild West" alle incisioni di Art Blakey, Ray Charles, Booker T. and the M.G.'s, James Brown, i Beatles e Jimi Hendrix. Oltre ad aver fatto parte per dieci anni della band di Bill Frisell (fino al 1995), si è esibito e ha inciso con un numero impressionante di grandi artisti tra cui spiccano Carmen McRae, Dizzy Gillespie, Tony Bennett, Hampton Hawes, Chet Baker, Laurie Anderson, Art Pepper, Stan Getz, Jay McShann, David Bowie, The Los Angeles Philharmonic, Big Joe Turner, Philip Glass, John Abercrombie, Mel Lewis, Pat Martino, Harry Sweets Edison, David Sanborn, Al Jarreau, Jim Hall, Randy Brecker, Marian McPartland, John Scofield e i Lounge Lizards. Joey Baron inoltre è co-leader del gruppo Miniature (insieme a Tim Berne e Hank Roberts) ed è stato membro dei Naked City (con John Zorn, Bill Frisell, Fred Frith e Wayne Horvitz). Suona nel gruppo Masada di John Zorn, con Dave Douglas (tromba) e Greg Cohen (basso), ed è leader di un trio con John Medeski e Marc Ribot e del trio Barondown, con Ellery Eskelin (sassofono) e Steve Swell (trombone). Con Barondown ha inciso tre album: “Crackshot”, “Raised Pleasure Dot” e “Tongue in Groove”. Joey Baron ha anche diretto una band stellare (“L'ensemble più intrigante della stagione” per il New Yorker) che ha visto la partecipazione di Ron Carter, Arthur Blythe e Bill Frisell. Con questo gruppo ha inciso per la serie Songline/Tone Field della Intuition “Down Home”, un CD di proprie composizioni originali ispirate alle sonorità R&B del sud degli Stati Uniti. Il secondo album della band, “We'll Soon Find Out” è uscito nell'estate del 2000. Entrambi gli album sono stati prodotti da Lee Townsend. Baron si esibisce anche in solo e in duo con Bill Frisell e sporadicamente con The Down Home Band in versione solista, insieme a Bill Frisell, Lee Konitz, Vinicius Cantuária, John Abercrombie e in trio con il pianista John Taylor e il bassista Marc Johnson. Un brano da lui inciso in solo, “Alfie”, è stato pubblicato nel CD “Great Jewish Music: Burt Bacharach”. La principale band con cui si esibisce è Killer Joey, che vede i chitarristi Steve Cardenas e Brad Shepik, insieme a Tony Scherr al basso. Hanno autoprodotto un CD intitolato “Killer Joey”, con Adam Levy (predecessore di Shepik).
Mark Helias è un rinomato contrabbassista, compositore e produttore statunitense che si è esibito in tutto il mondo per oltre quattro decenni, Ha esordito nel quartetto di Anthony Braxton, per poi, negli anni, collaborare con innumerevoli artisti tra i quali ricordiamo Cecil Taylor, Abbey Lincoln, Edward Blackwell, Don Byron, Bobby Bradford, Ray Anderson, Anthony Davis, Dewey Redman, Don Cherry e David Krakauer. Mark è un prolifico compositore nel campo delle colonne sonore e della musica da camera e per grandi orchestre; ha prodotto numerosi artisti tra cui Ray Anderson, Bobby Previte, Mark Dresser. Ha pubblicato sedici album a suo nome dal 1984 a oggi. Il suo trio Open Loose, con Tony Malaby e Tom Rainey, è uno dei più richiesti della scena di New York. Helias tiene frequentemente concerti di contrabbasso solo o nell’innovativo duo di contrabbassi “The Marks Brothers”, con Mark Dresser. Insegna al Sarah Lawrence College, alla New School University e al SIM (School for Improvisational Music).
“Nelle mani di un trio come questo, si parte per un viaggio imprevedibile, e l’introduzione serve a ricordare che l’esperienza dal vivo è qualcosa di diverso, unico, irripetibile. E speciale! Siamo lontani dalla tipica struttura tema-assoli-tema e ci addentriamo in qualcosa di molto più organico e intuitivo e, forse soprattutto, libero.” (London Jazz Review)
“Quando Caine usa l’associazione musicale libera, i trucchi ritmici e l’interazione di gruppo, sia separatamente che in combinazione, imprime il suo segno unico a questa formazione.” (All About Jazz)
“Caine e il suo gruppo infondono ogni brano con un incredibile sentimento blues e un groove swing intenso. Ma questa non è una semplice uscita per trio pianistico tradizionale. Caine dà nuova linfa alla forma con queste composizioni sofisticate, tutte piene di sorprese.” (AllMusic)
“Un approccio libero e fortemente ritmico alla sua musica. Il set è carico di energia fin dall’inizio — un trio gioioso e scattante in cui ogni musicista ha lo stesso peso, non solo il pianista in primo piano.” (Dusty Groove)
“Il trio passa senza sforzo da uno stile all’altro: swing classico, virtuosismo bop, scatenata street music di New Orleans, riflessioni impressionistiche, funk, pop... La fluidità con cui gli stili cambiano all’interno di un brano, le transizioni fulminee — spesso nel giro di pochi secondi — avvengono senza rotture drastiche, e creano una coordinazione perfetta sul palco, senza lasciare spazio a un’accozzaglia di stili. Non ci sono esercizi di stile frammentari, ma una piena integrazione degli stili.” (Kwadratur)
“Come musicista jazz, Mr. Caine eccelle nella pratica della variazione ispirata.” (New York Times)
“Caine allestisce un tableau che include astrazioni cubiste, blues sincopato, dramma lirico, tocchi di soul jazz e gospel e una generosa dose di energia hard bop swingante. È audace, costantemente affascinante e profondamente stimolante.” (All About Jazz)
“Caine nella sua incarnazione in trio è un tramite disinvolto tra swing, groove, fusion e improvvisazione libera.” (The Guardian)
“L’intelletto vorace e i riflessi fulminei di Uri Caine lo hanno portato a esplorare l’intero panorama musicale, dalle esplorazioni poliglotte della musica classica al klezmer fino al funk. Che stia omaggiando Monk, rifrangendo Bach e Mahler attraverso un prisma postmoderno o cavalcando un groove funky, Caine è tra gli eclettici più costantemente soddisfacenti della città. Un trio pianistico può sembrare una formazione convenzionale, ma non nel modo in cui Caine la immagina.” (Time Out NY)