Ingresso: 20,00€
Minori di 30 anni: 10€ (regolamento sconti)
Un songwriter di rango, dalla voce inconfondibile, accompagnato da due dei muscisti storici di De Gregori
CHIUSURA PRENOTAZIONI: ORE 20.00
C'è ancora ampia disponibilità di posti a sedere.
Venite direttamente al club dalle 20.30 in poi.
James Maddock è nato e cresciuto a Leicester in Inghilterra, ma la sua carriera musicale è incominciata e si è sviluppata negli Stati Uniti. S’innamora di una donna e arriva a New York. Poi la storia finisce ma lui resta lì e, come nei film di Woody Allen, New York si anima e diventa un personaggio che lo accompagnerà sempre, caratterizzando in modo indelebile la sua scrittura. Nel 2000 è il leader della band Wood con cui realizza l’album Songs from Stamford Hill che gli permette di firmare un contratto con la Columbia Records. Il singolo estratto dal disco, Stay You, entra in classifica e viene incluso nella colonna sonora della fortunata serie televisiva Dawson’s Creek. Maddock inizia a suonare dal vivo al fianco di personaggi come Paula Cole, Train e Susan Tedeschi. Si chiude la parentesi con i Wood e Maddock si rifugia nel Lower East Side lontano dai palchi e senza incidere dischi per diversi anni. Il 2009 è l’anno del grande ritorno per il suo primo album solista dal titolo Sunrise on Avenue C che riceve prestigiosi premi e riconoscimenti come i NY Music Awards. Il celebre giornalista musicale Vin Scelsa va in brodo di giuggiole e recensisce così l'album: ...mi ero completamente innamorato della musica di James Maddock intorno al passaggio del secolo quando la sua band Wood pubblicò Songs from Stamford Hill. Il mio cuore si spezzò quando James lasciò le scene senza alcuna spiegazione. Di tanto in tanto ho cercato di seguirlo attraverso internet e non ho mai smesso di ascoltare le canzoni dell’unico album dei Wood caratterizzate da quel malessere agrodolce che è la sintesi della musica. Immaginatevi la mia euforia quando ho scoperto che alla fine di questa decade James viveva e lavorava proprio sotto il mio naso a New York, lontano dal mio radar, affinando le sue abilità, aspettando il suo tempo. Ma la sorpresa più grande è stata ascoltare le sue nuove composizioni, di una bellezza struggente, di squisita fattura, che hanno ripreso il filo proprio dove Stamford Hill ci aveva lasciato. Il talento di James Maddock ha una qualità fuori dal tempo che può dividere solo coi più grandi cantautori. La sua musica tocca l’anima. Sono davvero felice che sia riapparso nel mio radar. Il mondo intero ha bisogno di artisti come lui!
Sunrise on Avenue C scala in poco tempo le prime posizioni delle classifiche radiofoniche. La voce roca e soffusa di Maddock trasuda whiskey, dolcezza e disperazione e ricorda il Rod Stewart più ispirato e Steve Forbert. Ballate metropolitane, sincere, che sanno di vita vera, di belle ragazze che volano via, di chance buttate al vento e di albe indimenticabili come quella sulla Avenue C di New York. In pochissimo tempo Maddock si impone grazie alla sua voce così particolare ma soprattutto per quell’urgenza poetica, l’immediatezza espressiva e un pizzico di romanticismo da bohemienne. Arriva poi il fondamentale incontro con Mike Scott, leader della band irlandese Waterboys, con il quale inizia a scrivere canzoni a quattro mani, tra cui la splendida Beautiful Now che Maddock include nel delizioso Wake Up and Dream, pubblicato nel 2011. È questo il disco della consacrazione per il rocker di Leicester che si ritaglia un ruolo da protagonista nel panorama del songwriting mondiale. Nel 2013 pubblica Another Life, una raccolta di ballate elettro acustiche che vede la partecipazione di Larry Campbell, storico collaboratore di Bob Dylan. Nel 2013 condivide il palco con Bruce Springsteen, Garland Jeffreys e Willie Nile al Paramount Theatre di Asbury Park nel concerto conclusivo del Light of Day, l'iniziativa per la raccolta di fondi per la ricerca contro il Morbo di Parkinson che tocca ogni anno anche il FolkClub e che ha portato Maddock sul nostro palco nel 2014, anno in cui esce per l'etichetta italiana Appaloosa The green, con le traduzioni in italiano di tutti i suoi testi. Maddock e la sua band suonano spesso dal vivo, soprattutto in un locale cult del Village, il Rockwood Music Hall. Durante uno di questi live avviene l’incontro con David Immergluck, chitarrista della rock band di fama mondiale Counting Crows oltre che dei Camper Van Bethoven e di John Hiatt per il pluripremiato album Crossing Muddy Waters. Immergluck e Maddock incominciano a frequentarsi e a suonare spesso insieme. Esiste un bellissimo disco intitolato Jimmy & Immy, registrato dal vivo al Rockwood Music Hall, che testimonia il feeling eccezionale tra questi due musicisti. Un disco potente, loro due soli sul palco, con le chitarre acustiche e il mandolino. E’ proprio in compagnia di David Immergluck e Alessandro Valle che James Maddock calca il palco del FolkClub nel febbraio 2016 per un concerto memorabile, testimoniato dall’album Live in Italia, registrato dal vivo proprio in quella occasione, pubblicato da Appaloosa nel 2016. Maddock torna a trovarci per presentarci il suo nuovissimo, splendido disco Insanity vs Humanity.
A far da spalla a questo talento saranno, oltre all’ottimo batterista Max Malavasi, due dei musicisti storici di Francesco De Gregori: Guido Guglielminetti (bassista e produttore di De Gregori) e Alessandro Valle (chitarra, mandolino e dobro), un trio già ampiamente apprezzato sul nostro palco in occasione del concerto di Doug Seegers e Levi Parham in apertura di stagione.