Ingresso: 20,00€
Minori di 30 anni: 10€ (regolamento sconti)
I Dreamed An Island
Cantautore cult di statura mondiale
CHIUSURA PRENOTAZIONI: ORE 18.30
C'è ancora diponibilità di posti a sedere e ampia disponibilità di posti in piedi. Venite direttamente al club dalle 20.30 in poi.
A due anni di distanza da Between Dogs And Wolves, Piers Faccini torna in tour con I Dreamed An Island. Carico di contaminazioni sonore che attraversano e colmano distanze geografiche e culturali, I Dreamed An Island fonde ritmi tuareg ad atmosfere provenzali, chitarre barocche e zampogne, nell’utopia di un’isola senza strutture o barriere sociali, un paradiso terrestre in cui coesistenza e tolleranza convivono pacificamente. I Dreamed An Island è il sesto album per la carriera solista di uno dei migliori cantautori europei che annovera, tra i suoi fan, Ben Harper e Jack Johnson. Il nuovo album è la personale ricerca di Piers di un rifugio, al sicuro dalle tempeste della paura e dell’intolleranza. Cantato in inglese, francese, dialetto italiano e arabo, il disco è un’appassionata celebrazione delle diversità culturali e del pluralismo: ricercando un’epoca d’oro in cui tolleranza religiosa e convivenza coesistevano pacificamente, Faccini trova un modello per il suo utopico rifugio. I Dreamed An Island rappresenta quel raro momento di coesistenza di fede, fiducia e lealtà nell’essere umano. Ambientato e ispirato ai tempi che furono, in realtà il disco suona molto più che attuale, sia nel linguaggio che negli arrangiamenti, dove chitarre elettriche convivono con suoni barocchi e marocchini. Cercando di immaginare come far coesistere in un ambiente provenzale la lingua inglese coi suoni magrebini, Faccini attraversa il folk e la world music, trasformando John Martyn in Ali Farka Toure, i Pentagle in una band tunisina che suona in un matrimonio e una ciaccona siciliana in un riff Touareg. Nel disco, Piers suona numerosi strumenti a corde, inclusa una chitarra personalizzata dall’aggiunta di mini-tasti per suonare in toni maggiori. Numerose sono le collaborazioni di prestigio nell’album: il batterista e percussionista italiano Simone Prattico; il violinista tunisino Jasser Haj Youssef; il contrabbassista americano Chris Wood (MMW); il percussionista e suonatore di saz franco-iraniano Bijan Chemirani; il bassista del Camerun Hilaire Penda; il chitarrista barocco italiano Luca Tarantino; il suonatore di salterio americano Bill Cooley; il francese pioniere della world music e suonatore di gumbri Loy Ehrlich (Toure Kunda, Alain Peters) e il bassista inglese Pat Donaldson (Fotheringay, Sandy Denny).
Piers Faccini. Padre originario di Tosca, paesino di montagna in provincia di Parma, e madre inglese, cresciuto a Londra ma parigino di adozione, Piers Faccini è un cantautore nel senso più nobile e completo del termine, ma sarebbe legittimo definirlo un poeta della musica. Attraversare e sfocare i confini musicali è una forma d'arte per Piers Faccini. Guardando alle frontiere che separano un Paese da un altro, Faccini trova la sua ispirazione nell'ambiguità culturale dei confini. Le melodie e le parole sono nelle ossa di Piers Faccini e le sue canzoni finemente lavorate in sintonia con le tracce dei suoi antenati. Se le sue canzoni fossero mappe si estenderebbero dalla brughiera inglese alle dune del Sahara, passando attraverso la pianura riarsa del Mediterraneo prima, attraversando poi l’Oceano Atlantico fino al Delta del Mississippi. Al momento del suo album di debutto Faccini viveva forse più della sua pittura che dello scrivere e cantare canzoni, ma l’enorme impatto della sua musica in tutto il mondo degli ultimi anni gli ha permesso di canalizzare la sua energia a tempo pieno nella musica, una musica mai forzata, che suggerisce, evoca emozioni e dipinge con morbide pennellate la pelle di ogni ascoltatore, evoca e allude a molte cose senza spingere in nessuna specifica direzione. La musica di Piers ti viene incontro da ogni parte. La musica africana fa parte del vocabolario di Piers Faccini, ma ha pari importanza del pop britannico e del Blues del Delta. Con abili cambi di direzione, il cantautore usa la sua particolare bussola per attirarci verso nuovi e inaspettati lidi - attraverso trance e danza, attraverso ballate o lamenti suonati e ripetuti, più e più volte, fino a quando si esaurisce il ritmo. Il mondo di Piers Faccini è crudele e sensuale. Questo è un mondo che esiste per essere cantato e ballato. E per poter viaggiare. Nel profondo selvaggio di tutti noi.
Sei acclamatissimi album all’attivo fanno di Faccini un vero cantautore cult: Leave No Trace (2004), Tearing Sky (2006), Two Grains of Sand (2009), My Wilderness (2011, presentato anche a Maison Musique), Between Dogs and Wolves (2013) e l’ultimo I Dreamed An Island (2016). Faccini ha portato la sua musica in tutto il mondo, registrando e collaborando con numerosi musicisti e cantanti tra cui Ben Harper, Rokia Traore, Ballake Sissoko, Vincent Segal, Patrick Watson e Ibrahim Maalouf. Oltre a produrre i propri album, Faccini ha anche prodotto diversi album di altri artisti, in particolare Ela del violoncellista e cantante brasiliano Dom La Nena; Northern Folk di Jenny Lysander e Terre de Mon Poeme di Yelli Yelli. Nel 2013 ha avviato la sua etichetta Beating Drum, specializzata nella produzione di oggetti che mescolano musica, arte e scrittura, come il libro-CD Songs I Love (2013), o il libro No One's Here (2016).
…sin qui il suo lavoro migliore e più adatto ai tempi (Blow Up)
…ne apprezzerete la grandezza (Buscadero)
…è un album concettualmente ambizioso (Mucchio)
…disco che mostra un equilibrio e una sicurezza inediti (Rumore)
…un album che racchiude dieci preziose gemme sonore (RaroPiù)
Malik Ziad. Nato nel 1974 in Algeria, musicista autodidatta, Malik si appassiona presto agli strumenti a corda, in particolare quelli tradizionali della sua terra d'origine: gumbri e mandola berbera. In Algeria, Malik si impregna degli ipnotici ritmi Gnawa e nella musica popolare Chaabi. A Marsiglia, dove vive da quasi 15 anni, ha l’occasione di instaurare le collaborazioni più disparate. Appassionato della musica del mondo, compone fondendo i generi ed ispirandosi sia al repertorio tradizionale che ai generi musicali approfonditi grazie ai tanti incontri artistici. Ha collaborato, tra gli altri, con Vincent Segal, Emmanuel Eveno Trio, Karim Ziad, Louis Winsberg (Jaleo), Amazigh Kateb (Gnawa Diffusion), Michel Alibo, Bojan Zulfikarpatchick, Cheik Zein Mahmoud (soufi tradizionale), Sam Karpiena (Dupain), ONB, Perrine Mansuy, Djely Sorry Diabatè, Sayon Bamba Camara, Cie Rassegna, Afro Breizh, Barrio Chino, Les Orientales, Mohamed Rouane, Diwan d’Alger.