My foolish Heart
L’omaggio a Bill Evans di un titano della musica mondiale
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L’innovazione in ambito musicale è impresa assai ardua: richiede non solo un talento innato, ma anche una devozione all'Arte non accecata dal bagliore commerciale della cultura pop.
Ralph Towner è indiscutibilmente uno dei veri innovatori nel panorama musicale moderno, con idee sempre ‘fresche’ a dispetto di una carriera lunga oltre 40 anni. Meglio conosciuto come autore principale, chitarrista e tastierista del mitico ensemble jazz acustico degli Oregon, Towner ha avuto anche una ricca e variegata carriera da solista che ha visto fruttuose e memorabili collaborazioni musicali con grandi musicisti moderni come Gary Burton, John Abercrombie, Egberto Gismonti, Larry Coryell, Keith Jarrett, Jan Garbarek e Gary Peacock.
Nato a Chehalis (Washington, U.S.A.) il 1 marzo 1940 in una famiglia di musicisti (sua madre era insegnante di pianoforte e suo padre un trombettista), Towner è cresciuto in un ambiente estremamente stimolante che ha fortemente incoraggiato la sua sperimentazione musicale ed espressiva. Nel 1958 si iscrive alla University of Oregon e la sua formazione in composizione si deve ad Homer Keller. E’ lì che quasi subito incontra il bassista Glen Moore, che sarebbe diventato suo partner musicale negli Oregon. In questo periodo Towner scopre i primi LP di Bill Evans, che emula e la cui influenza inizia a incorporare nel proprio stile di pianoforte e composizione. Di lì a poco Towner compra -quasi per gioco- una chitarra classica, ma ne rimante estasiato al punto che i primi anni ‘60 lo vedono recarsi a Vienna per studiare chitarra classica con Karl Scheit. Nel 1968 Towner si trasferisce a New York e si immerge totalmente nella scena jazz della Grande Mela, approdando al Paul Winter Consort, ensemble in cui si forgiano le inossidabili amicizie e partnership musicali con Glen Moore, Paul McCandless, e Collin Walcott, in un’alchimia musicale che è destinata a catalizzarsi nella mitica band
Oregon. Paul Winter dona a Towner la sua prima chitarra a 12 corde; da allora la 12 corde ha radicalmente impregnato il suo lavoro, con una tale e caratteristica unicità che la maggior parte degli appassionati di jazz, a tutt’oggi, al suono delle due parole chiave "12 corde" e "jazz", pronuncerebbe di botto il nome di Ralph Towner. Il suo longevo rapporto di lavoro con il mitico produttore Manfred Eicher della ECM Records ha inizio nel 1972 e il materiale prodotto insieme è tale e di una qualità così elevata che si potrebbe creare un forum per discettare di quanto questo sodalizio sia stato fondamentale per la sua crescita come leader e quanto il suo apporto sia stato determinante per tanti giganti del jazz mondiale, mentre contemporaneamente abbatteva le frontiere musicali aperte con gli Oregon. L’elenco delle opere ECM, tutte ‘
a basso volume’, era decisamente in contrasto con lo spirito pop amplificato dell’epoca e ha fornito a Towner la ghiotta opportunità di entrare in contatto e comporre con alcuni degli artisti più iconoclasti e innovativi della cultura musicale degli anni ‘70. Gli anni ECM di Towner l’hanno anche visto esprimere la sua vena più minimalista e audace.
Concerto Solo, uscito nel 1980, era concettualmente elementare: un recital di chitarra
solo dal vivo. Eppure, fino a quel momento nessuno aveva mai sintetizzato composizione contrappuntistica classica e jazz di improvvisazione e “oddly-metered”, soprattutto in un ambito rischioso come una performance dal vivo. Tale lavoro solista sarebbe poi diventata la firma di Towner in registrazioni, come
Ana e
Anthem, o amplificata solo dal contrabbasso di Gary Peacock in
Oracle e
A Closer View. Come ogni vero artista, tuttavia, la sperimentazione con la tecnologia conduce Ralph, contemporaneamente e paradossalmente, lontano da questo approccio scarno alla composizione e all’esecuzione quando -nel 1983- inizia a incorporare il sintetizzatore Prophet 5 nelle sue composizioni, sia con gli Oregon che nelle sue registrazioni ECM. Il Prophet 5 offriva una dimensione completamente nuova per la sua scrittura musicale, così come per il carattere sfrontato e bizzarro dei brani di improvvisazione in "forma libera" per i quali gli Oregon erano diventati famosi. Proprio come la carriera solista di Towner, anche la sua collaborazione con gli Oregon ha avuto un’evoluzione, come è naturale e giusto che accada in ogni rapporto duraturo. Durante un tour nel 1984, il percussionista Collin Walcott e il manager Jo Härting scompaiono tragicamente e prematuramente a causa di un incidente che coinvolge l’autobus degli Oregon in viaggio in Germania.
Towner e McCandless scampano a lesioni gravi, ma le cicatrici emotive sarebbero comunque state profonde, e in un primo momento sembrava dubbio che il contributo critico di Walcott all’arazzo musicale di Oregon, perso così tragicamente, potesse mai essere resuscitato da qualsiasi sostituzione. Il tempo fortunatamente svelò che l'intento del messaggio musicale degli Oregon era sufficientemente veemente da ritrovare espressione spontanea dopo il grande dolore. Due successivi percussionisti di livello mondiale, di mente aperta e dotati di virtuosismo ritmico, Trilok Gurtu nel 1992 e Mark Walker nel 1997, avrebbero condiviso e ampliato la visione di Oregon. Quella visione sarebbe esplosa in modo epico nel 2000 a seguito dell’uscita dell’album
Oregon in Moscow, un doppio CD orchestrale registrato con la Tchaikovsky Symphony Orchestra, che ha fruttato all’ensemble quattro nomination ai Grammy.
Nel nuovo millennio, la creatività e il virtuosismo di Towner conservano tutta la vitalità della sua gioventù, anche ora che ha abbondantemente passato i 70. Sempre al servizio della musica, continua ad avere la straordinaria capacità di favorire nuovi rapporti musicali con coloro che condividono la sua missione: rendere l'Arte una somma superiore all’unione delle sue singole parti; così recentemente ha lavorato con il chitarrista austriaco Wolfgang Muthspiel e con il chitarrista australiano Slava Grigoryan in un trio noto come MGT. Allo stesso modo, i suoi duetti con il trombettista Paolo Fresu e il clarinettista argentino Javier Girotto hanno fortemente riaffermato lo spazio unico e permanente che Ralph si è conquistato a livello internazionale nel mondo del jazz improvvisato. Quest’anno Ralph Towner ha ‘chiuso il cerchio’ con la pubblicazione dell’album
My Foolish Heart, la sua ventiseiesima registrazione per la ECM nonché un omaggio al pianista jazz che più ha ispirato Towner nella sua originale ricerca sull’innovazione compositiva: Bill Evans.
Dopo i suoi concerti al FolkClub in solo del 2001, del 2006 e del 2015 e le sue presenze sul nostro palco con gli Oregon nel 1994, nel 2000, nel 2003, nel 2009 e nel 2013, ritorna
in solo un vero monumento della musica mondiale per presentarci i brani del suo ultimo album
My Foolish Heart.
Un altro imperdibile appuntamento di questa memorabile stagione!