Entrance: 18.00€
Young under 30: 9€ (discount rules)
Questo spettacolo nasce dal libro Al rombo del cannon edito recentemente da Neri Pozza, ma realizza un suo autonomo percorso drammaturgico tra generi e forme dei canti nati dentro e attorno alla Grande Guerra, così come è stata combattuta sul fronte italiano. E’ un testo che riguarda l’oralità del mondo popolare e osserva dal basso, attraverso il canto, quell’evento epocale, drammatico e sanguinoso che chiude la Belle Époque e apre alla modernità, trascinando l’Europa in una guerra di massa con nuovi mezzi di morte (carri armati, aeroplani, gas asfissianti, cannoni a lunga gittata), guerra che coinvolge una quantità enorme di uomini-massa in un macello mai visto. Si tratta in tutta prevalenza di un canto che racconta la guerra per quello che è stata, fuori dalle narrazioni della propaganda e delle celebrazioni ufficiali, come un luogo di sofferenza e di morte. Ciò che domina questo canto è il ricordo e il rimpianto per un mondo perduto, quello della piccola patria dove si è nati e degli affetti per madri, padri, spose, figli, fidanzate lontani, e insieme l’avversione per una guerra di cui non si comprendono le ragioni, e in cui ci si sente usati come semplice carne da cannone, una guerra in cui domina il fetore dei morti lasciati senza sepoltura tra le trincee e il rumore assordante e continuo degli spari. Certo si può anche scherzare o ironizzare con la canzone sulla propria vita di soldato, tra fango e neve, vino e pidocchi, o sulle piccole rivalità tra le varie armi, fanti, alpini e bersaglieri, ma questi come il patriottismo d’origine risorgimentale sono temi presenti, ma relativamente marginali, rispetto a quelli di una variegata complainte popolare. Lo spettacolo percorre questo ricchissimo patrimonio dell’oralità dove sono presenti, spesso in forma parodica, tutti i generi della tradizione, dalla canzone epico-lirica ottocentesca, a quella dei cantastorie e della canzone di consumo, e realizza un affresco che lo splendido gruppo dei Blu L’azard ci offre armonizzati in un intreccio strumentale e vocale, filologicamente rigoroso, che cattura e commuove per la verità e la naturalezza di un cantare lontano, eppure reso vicinissimo (mai si era cantato tanto in una guerra), ora sommesso ora nascosto, perché troppo amaro o sovversivo, ora spiegato e corale quando è un semplice canto di memoria e di nostalgia di tempi, luoghi e persone lontane che spesso non saranno mai più ritrovate. (Emilio Jona).
Blu L'Azard nasce nel 2013 inizialmente come progetto artistico per la diffusione delle lingue minoritarie del Piemonte e della loro cultura e si muove tra ricerca, tradizione, composizione e improvvisazione. Ha all'attivo numerosi progetti tra i quali Mirador, sul concetto di bellezza, in riferimento a tutto il territorio italiano, un viaggio immaginario partendo dai diari e dalle registrazioni di Alan Lomax e accompagnati dal pensiero di importanti figure culturali italiane; Bal Poetic che coniuga poesia, lingua e danza; La Musica Che Viene Dalle Rocce, una riflessione sul tempo e sulla solitudine che ha come soggetto principale la vita di un uomo che nei primi anni Sessanta, sorta di pioniere dell'etnomusicologia, si autoregistra per documentare e salvaguardare la musica tradizionale del proprio paese.
Il gruppo si occupa inoltre di danza tradizionale e di canto polivocale alpino e creativo proponendo laboratori e stages. Nel 2014 esce il primo disco, Enfestar, creativo e trasversale, tra tradizione e nuova composizione. Si ascoltano il suono delle lingue (occitano, francoprovenzale e francese), il canto, danze tradizionali e paesaggi sonori. Nel 2018 il secondo disco, Bal Poètic , edito dall'etichetta Alabianca. Nel 2018 curano e presentano lo spettacolo-concerto Sento il rombo del cannone, liberamente tratto dal libro Al rombo del cannon. Grande Guerra e canto popolare, scritto dagli stessi autori del libro: Franco Castelli, Emilio Jona, Alberto Lovatto. Candidato alla Targa Tenco 2015 tra le migliori produzioni dell'anno in Italia, ha ricevuto positive recensioni su numerose riviste specializzate. Il gruppo si è esibito al 42°Festival Les Cultures du Monde, Gannat, Auvergne; al Premio Ostana Scritture in Lingua Madre (Piemonte); al Centre D'Etudes Francoprovençales Rene' Willien (Valle d’Aosta), al contest dedicato alle lingue di minoranza Suns Sardigna a Cagliari; si è classificato al primo posto al Festival Internazionale della Musica Occitana di Guardia Piemontese (Calabria); al festival valdostano Etétrad; alla rassegna Evò ce Esù Experiences a Martignano (LE) nella Grecìa Salentina; alla terza edizione della Festa del Pensiero (AL); alla Scighera (MI); al Salone Internazionale del libro di Torino: Lingue Madri dal passato al futuro, stand istituzionale Città Metropolitana di Torino; al Festival Internazionale di Danze e Musiche della Tradizione Popolare GBT Vialfrè; al Teatro Filodrammatici di Milano.
Per l’occasione, si unirà ai Blu L’Azard una delle figure più emblematiche e significative del canto e della musica popolare italiana: la grandissima musicista, cantautrice e ricercatrice etnomusicale e folklorista Giovanna Marini. Nata a Roma in una famiglia di musicisti, Giovanna si diploma in chitarra classica al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1959 e si perfeziona con Andres Segovia. Di seguito suona per qualche anno il liuto con il Concentus Antiqui del Maestro Quaranta. All’inizio degli anni Sessanta incontra un gruppo di intellettuali fra cui Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Leydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella e scopre il canto sociale e la storia orale cantata. Nel 1964 il Bella Ciao, spettacolo di canto politico e sociale, dato a Spoleto con grande scandalo per un pubblico molto chic e poco abituato, le dà la possibilità di cantare e raccogliere canti popolari in giro per l’Italia, nelle situazioni sempre incandescenti degli anni Sessanta. Partecipa allora alla storia del Nuovo Canzoniere Italiano cantando con i gruppi formati per l’occasione da cantautori politici come Ivan Della Mea, Gualtiero Bertelli, Paolo Pietrangeli, ma anche cantanti contadini come Giovanna Daffini (ne impara l’emissione vocale e il repertorio), il Gruppo di Piadena, i Pastori di Orgosolo con il poeta Peppino Marotto (da cui impara l’arte del racconto, dell’improvvisazione) e da tanti altri cantori e cantastorie a cui deve sempre molto. Con l’Istituto Ernesto De Martino, Giovanna porta avanti la raccolta di canti di tradizione orale e il loro studio e trascrizione, inventando a questo scopo un sistema di notazione musicale. Questo suo lavoro di trascrizione e poi d’arrangiamento le permetterà in seguito di trasportare la memoria cantata sul palcoscenico. Continuando la ricerca musicale e il suo impegno negli spettacoli e iniziative del Nuovo Canzoniere come per il Ci ragiono e canto di cui Dario Fo cura la regia, cresce il suo gusto del teatro, dell’affabulazione teatrale, dello stare in scena. Nel 1965 incomincia a comporre lunghe ballate che raccontano la sua esperienza e che interpreta sola in scena accompagnandosi con la chitarra non avendo la possibilità di usare altre voci e altri strumenti. Nel 1974, con un gruppo di musicisti anch’essi provenienti da percorsi non tradizionali, fonda la Scuola Popolare di Testaccio a Roma. Trova finalmente musicisti con cui suonare: Giancarlo Schiaffini, Michele Iannaccone ed Eugenio Colombo. Da quel momento affronta la scrittura per strumenti e voci. Parallelamente al suo sviluppo di compositore, Giovanna Marini ha sempre continuato l’insegnamento dell’etnomusicologia applicata al canto di tradizione orale italiano presso la SPMT e dal 1991 al 2000 anche presso l’Università di Paris VIII – Saint Denis, oltre che in numerosi seminari in Italia e all’estero. Con i suoi allievi di Roma e Parigi ha fatto fino ad oggi decine di viaggi di studio per ascoltare e registrare i canti di tradizione orale ancora presenti in Italia nelle feste religiose o profane. Nel 1976 crea il Quartetto Vocale per il quale compone da allora le Cantate e con il quale si esibisce in innumerevoli concerti e tournées in Italia e all’estero. I concerti del Quartetto Vocale sono il compimento di tutte le esperienze musicali di Giovanna Marini: ricerca sui canti di tradizione orale, insegnamento, composizione strumentale e vocale, scrittura individuale e collettiva. La sua intensa attività musicale l’ha portata d’altro canto a comporre anche per il cinema: per registi come Loy, Maselli, Pietrangeli o Gianikian; per il teatro fra cui numerose tragedie greche e ugualmente per la danza contemporanea. Inoltre compone numerosi oratori, poemi sinfonici e opere. Nel 2002 Giovanna e Francesco De Gregori incidono il disco Il Fischio del Vapore che si distingue per un numero di vendite eccezionale, vincendo il Disco di Platino. Dopo Il fischio del vapore incide altri dischi con la produzione di Francesco De Gregori: Bongiorno e bonasera, portato in tournée con il gruppo jazz Animali marini, e un terzo disco, Passioni. Continua l'insegnamento alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio, i viaggi collettivi di testimonianza nei luoghi in cui ha fatto ricerca, i concerti in Italia e all'estero.
Al FolkClub, Peyre Anghilante (voce e fisarmonica), Flavio Giacchero (voce, clarinetto basso, sax soprano, cornamuse), Marzia Rey (voce, violino), Pierluigi Ubaudi (voce, flicorno baritono, oggetti sonori) e Giovanna Marini (voce e chitarra).
Emilio Jona e Franco Castelli, autori del libro Al rombo del cannon insieme ad Alberto Lovatto, introdurranno la serata.
https://blulazard.wordpress.com/
https://www.giovannamarini.it/